Regia di Paul Scheuring vedi scheda film
The experiment, in una versione o in un'altra, manda chiaro e tondo il suo messaggio, la "banalità del male": una posizione di autorità può trasformare un semplice uomo medio in un violento irrazionale. L'eccitazione data dall'esercizio del potere sugli altri è troppo forte. Un potere non ben definito, in assenza di vere e proprie responsabilità a limitarlo, anzi avvallato ('rigorosa disciplina, altrimenti l'esperimento salta') autorizza di fatto a esercitarlo arbitrariamente e impunemente, Specialmente nelle situazioni in cui, la paura di sembrare deboli e di essere derisi davanti ai propri 'pari' a causa dell'incapacità di farsi rispettare dai sottoposti attraverso la normalità dei rapporti fra i ruoli, portano all'abuso e a reagire irrazionalmente. L'essenza sta nel fatto che persone di ogni tipo scelgono di partecipare all'esperimento di convivenza 'guardie e prigionieri', e molti 'scoprono' questo 'gusto' dell'autorità soltanto a esperimento già iniziato, senza aver mai dimostrato caratteristiche violente prima di allora. Non è una violenza necessariamente tradizionale, ma una generica ricerca di umiliare un essere umano senza più considerarlo tale. Stesso principio alla base dei totalitarismi più violenti del secolo scorso. Qui la 'divisa' è finta, è una parte da recitare; nonostante ciò c'è l'impossibilità di resistere all'ebbrezza. Vi rientra il 'represso' che non si era mai fatto rispettare prima d'ora (abuserà della propria posizione), il sadico per natura (per lui è un divertimento), il predisposto (per lui è la normalità), l'insicuro (applicherà una giustizia del taglione). Ecco la banalità del male: l'insospettabilità del medio uomo di famiglia.
Ottima, episodio dopo episodio narra l'inevitabile degenerazione della situazione.
Molto buona.
secondo me un grandissimo attore. grande espressività, con uno sguardo trasmette la personalità del personaggio
eccellente nel mostrare la 'trasformazione' del suo personaggio.
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