Regia di Patricio Guzmán vedi scheda film
Uno straordinario documento pervaso di Poesia, a cominciare dal titolo. Suggestiva la combinazione di astronomia e archeologia nella ricerca della Verità sulle nostre origini umane e cosmiche. Accurato il commento fuori campo, quasi lirico in alcuni punti e mi ha ricordato certi versi di Borges. E tuttavia...
Questo primo commento risulterà fuorviante. Devo ammettere di averlo concepito sull'onda di un entusiasmo iniziale, trovando le immagini e le parole d'apertura talmente formidabili da voler buttar giù frettolosamente, a caldo, un contributo, senza menzionare (anche se intuibile fin dalle prime battute) la trama sottotraccia che stava per emergere, ovvero il dramma del popolo cileno nella memoria di chi è sopravvissuto.
E tuttavia... Questo documentario non è solo la cruda testimonianza di un "olocausto", la tragedia dei desaparecidos già tante volte raccontata. Il film è SOPRATTUTTO una riflessione sulla Memoria e sul concetto di Tempo convenzionalmente percepito come passato, presente e futuro. Ma, in realtà, è solo il passato (nell'accezione di memoria) a esistere, così come esiste il futuro (nell'accezione di possibilità), laddove il presente è la vera illusione. L’originale accostamento tra astronomia e archeologia sottolinea, rafforza il valore catartico della memoria che diviene, attraverso il rinvenimento e lo studio dei "resti" (di cadaveri, come di corpi celesti), Memoria di una trama unica di cui facciamo tutti parte.
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