Regia di Jaume Collet-Serra vedi scheda film
Difficoltà a distinguere vero e falso; il ruolo predominante del “caso”; la doppiezza dei personaggi; un oggetto come causa scatenante degli eventi narrati; la telecamera che si storce nei momenti chiave di maggior smarrimento. Tanti temi hitchcockiani in questo Unknown, temi che sono parzialmente messi in discussione: come la valigetta che dà il via alla narrazione, un apparente MacGuffin che in realtà si rivela la prova ultima dello svelamento dell’intrigo, o come il protagonista Martin Harris che si presenta come il Roger Thornhill di Intrigo Internazionale (misto al Richard Walker di Frantic), ma si rivelerà qualcosa di diverso dall’ingenuità innocente dei protagonisti poc’anzi citati. Tante citazioni, dunque, che si evolveranno in modo meno coraggioso ma ugualmente credibile e ben strutturato; merito anche di attori in parte – mitico Bruno Ganz nei panni di un investigatore privato ed ex agente della Stasi – e di un comparto tecnico – montaggio, regia, sceneggiatura – che non si dimostra mai in imbarazzo, attento a non abusare di rallenty, a cercare di dare sempre giustificazione ad ogni azione e a non disdegnare pause tese a dare respiro alla narrazione, senza però abbassare mai il ritmo. Un thriller che intrattiene, insomma, ma che lascia al cinefilo anche qualche spunto interessante in più.
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