Espandi menu
cerca
Windstruck

Regia di Jae-young Kwak vedi scheda film

Recensioni

L'autore

M Valdemar

M Valdemar

Iscritto dal 6 febbraio 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 250
  • Post 28
  • Recensioni 576
  • Playlist 36
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Windstruck

di M Valdemar
8 stelle

Come il vento sospirante la notte
così verso te il mio desiderio imperversa
ed ogni nostalgia si è svegliata -
o tu, che mi hai fatto ammalare,
che cosa sai di me!
Piano spengo la mia tardiva luce,
per vegliare su ore febbrili,
e la notte ha la tua immagine,
ed il vento, che parla d'amore,
ha il tuo indimenticabile riso.

("Come il vento sospirante" - Hermann Hesse).

Windstruck è un film d'amore e di vento. E di morte.
Per l’impigrito occhio dello spettatore medio occidentale, è almeno “strano”: parte come una divertente e spassosa commedia, a tratti parodistica, narrando la storia di un’agente di polizia, Yeo Kyung-jin (Jun Ji-hyun), che, lanciatasi irruentemente e avventatamente all’inseguimento di un borseggiatore, finisce con l’arrestare l’uomo sbagliato, Go Myung-woo (Jang Hyuk), un quieto professore di fisica in un liceo femminile. Da questo incontro/scontro, il rapporto tra i due sfocia in una bellissima storia d’amore, come lo sono anche i rituali di corteggiamento (tenere e piacevoli le scene in cui loro giocano con l’acqua o quando lei gli porta il pranzo a scuola). Lui è, all’apparenza, più coinvolto, è generoso, dolce, premuroso; preoccupato dal carattere impetuoso di Yeo Kyung-jin e dalla foga incontrollabile che ella mette nel suo lavoro, appena può la segue per aiutarla nei casi più pericolosi. Mentre lei mostra un atteggiamento aggressivo e scostante, tipico di chi ha vissuto una dolorosa esperienza (la gemella, dal carattere diametralmente opposto, morta tempo addietro). La storia procede su questo versante; i due decidono di partire per una breve vacanza in campagna, e, in una stupenda ripresa collinare dai risvolti bucolici e malinconici, Go Myung-woo, allargando le braccia e lasciandosi attraversare dal forte vento, rivela:
- Apri le braccia. Sembra di volare. Forse … ero vento nella vita passata. Voglio essere libero come il vento. Se siamo lontani e lo senti soffiare, allora sarò io.

- Allora questo vento sei tu, giusto?
- Lui è mio amico. Se muoio, voglio tornare a essere vento.
Sulla via del ritorno, la jeep sul quale viaggiano, colpita da rocce franate, precipita in acqua. Yeo Kyung-jin, disperata ma risoluta (e qui fa apertamente vedere il suo attaccamento e il suo amore) salva da morte certa il compagno. Un triste presagio.
La storia intraprende una netta svolta quando, Go Myung-woo, accorso appresso a un criminale inseguito dall’amata, muore accidentalmente, colpito da un colpo di pistola che Kyung-jin crede di aver esploso, mentre in realtà è stato un altro agente. La reazione di Kyung-jin è straziante e affliggente: cerca più volte il suicidio, per ricongiungersi al suo caro.
Quando lei si butta da un grattacielo, un pallone gigante a forma di mano, sospinto dal vento, la salva. Questo, e altri indizi (l‘aeroplanino di carta), le comunicano che Myung-woo è tornato, sotto forma di vento, per proteggerla e spronarla alla Vita, prima di entrare definitivamente (trascorsi quarantanove giorni dal decesso) nel regno dei morti.

Forse la parte finale contiene momenti stucchevoli e ammiccanti, ma Windstruck esercita una sincera e non indifferente opera di seduzione e piacimento. I personaggi sono costruiti in maniera approfondita, in particolare quello della protagonista femminile, capace di suscitare emozioni coi suoi tormenti e traversie. Bellissima la scena in cui lei, avendo capito la “natura” di vento in cui si è incarnato lo spirito dell’amato defunto, costruisce con la tecnica dell’ origami numerose girandole, e quando “lui”, impetuoso ma tenero appare, esse girano armoniosamente come in una avvolgente danza vorticosa. Un’altra, molto toccante, è quella in cui Kyung-jin trova i tasti neri del pianoforte (che lei si rifiutava di suonare in quanto le ricordavano la sorella morta) colorati tutti di bianco: l’aveva fatto Myung-woo, che le aveva lasciato un biglietto (“Vorrei vederti suonare. Vorrei conoscere la vera Kyung-jin”).
Importanti ed azzeccate le scelte musicali: si passa da spensierati motivetti pop, come una bella versione di “Knockin' On Heaven's Door” o “Stay” di Maurice Williams & The Zodiacs, a motivi di musica classica.

Questo film non è un capolavoro, è vero, e nemmeno originalissimo (soprattutto la seconda parte), ma riesce a penetrare nei nostri inariditi cuori, al di là di ogni freddo calcolo critico che si potrebbe fare. Il Cinema non è anche questo? Abbandonarsi, semplicemente, a una storia, ai suoi lati genuinamente sentimentali, e lasciare che il vento trasporti con sé i nostri, momentanei, sensi di rinvenuta letizia.
Confesso che, nelle battute finali, avevo perfino gli occhi lucidi, quasi quasi una lacrima ci scappava. Sono un romantico, in fondo.

Su Jae-young Kwak

Ha sicuramente dei meriti, e cioè riesce a non scadere nel patetismo, il rischio maggiore dato lo svilupparsi della trama. Notevole in alcune scene (l'incrociarsi dei mignoli, quando loro si trovano sdraiati accanto, lui morto e lei morente).

Su Gianna Jun

Nota anche come Jun Ji-hyun. Bravissima (e molto bella), manifesta sorprendenti capacità nell'interpretare un ruolo complesso.
Rabbrividisco al solo pensiero di una qualunque attricetta italiana nella sua parte.

Su Hyuk Jang

Molto bravo. Nella prima parte, la faccia da "scemotto" è perfetta per il ruolo.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati