Regia di Victor Erice vedi scheda film
Curioso film, silenzioso e dall'atmosfera rarefatta, ritmo piuttosto lento, eppure non noioso. Devo dire che mi aspettavo un'opera politica sul (e magari contro) il franchismo. In realtà però la pellicola è concentrata quasi esclusivamente sul difficile rapporto di una bambina e poi ragazza con il padre. La politica ci entra solo di striscio: si allude vagamente al fatto che il papà sia un comunista deluso dalla sorte della guerra civile spagnola e forse perseguitato, e che la famiglia della protagonista rispecchi la divisione della società in pro e contro Franco. L'uomo è tra l'altro anche occultista (lavora col pendolino...) e rabdomante. Comunque, torno a dire, il soggetto del film è il rapporto difficoltoso della protagonista con un padre sfuggente e misterioso, pieno di segreti e dal passato oscuro. I legittimi tentativi di lei di penetrare nella sua vita e di instaurare un vero rapporto col genitore danno risultati miseri, o meglio falliscono: i segreti resteranno tali, le risposte di lui sono evasive, e il papà resterà una figura evanescente e irraggiungibile. La sofferenza per la figlia è grande, e forse per questo sente il bisogno di scrivere un diario e di riversarla in esso.
Girato in inverno in una zona rurale del nord della Spagna, è un film con la sua atmosfera particolare e il suo fascino, che riesce a dipingere interessanti personaggi e rapporti umani problematici. Merito anche degli attori: le attrici che interpretano la protagonista da bambina e da ragazza, Omero Antonutti (che ha il fisico del ruolo), e gli interpreti secondari risultano tutti convincenti. Un film sussurrato, quindi controcorrente.
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