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Che bella giornata

Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film

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La recensione su Che bella giornata

di Lina
10 stelle

Checco Zalone è uno di quei rari comici italiani che può vantarsi di riuscire ancora a fare ridere facendo il pienone al cinema.

Non è Totò, non è Benigni, non è Emilio Solfrizzi e non è nemmeno il Fantozzi di Paolo Villaggio, ma ha qualcosina di tutti loro messi insieme. Anche lui possiede uno stile comico irresistibile e di effetto, in cui sfoggia una subdola nonché elaborata ingenuità, sfruttando un linguaggio intenzionalmente e incredibilmente sgrammaticato.

 

Questo suo secondo film è una commedia semi-romantica in cui vengono replicati gli ingredienti che hanno fatto funzionare il suo precedente "Cado dalle nubi". Anche in questo caso, infatti, ritroviamo un protagonista ingenuo e ignorante, dal gran cuore e dai sani princìpi, che si va a invaghire di Farah, una donna che non può avere. Addirittura una terrorista (con alle spalle il trauma della morte della sua famiglia, avvenuta a causa di un bombardamento della NATO durante la guerra in Arabia Saudita) che progetta con il fratello Sufien di fare alcuni attentati in Europa - uno in Italia e l'altro a Londra - a cui poi rinunciano entrambi, per vari motivi e uno di questi è il sentimento che anche lei matura per Checco.

 

La trama perciò è ancora una volta godibile e ricca di sequenze molto divertenti - alcune memorabili, come quella in cui gli amici terroristi arabi di Sufien mangiano le cozze e poi passano la notte in preda alla diarrea o quella in cui Checco sottrae la tela dell'estasi di Santa Teresa per mostrarla a Farah.

 

La satira dunque questa volta si concentra, con un'ironia elegante ed efficace, sul lato oscuro del mondo arabo, ma anche sulla realtà nascosta dei posti di lavoro ottenuti su raccomandazione e sulle difficoltà degli approcci amorosi dovuti alla timidezza.

 

Peccato soltanto per il finale inconcludente che non permette alla strampalata storia d'amore tra Farah e Checco di sbocciare.

Si evince però che diventi la chiave del perdono e della pietà dei terroristi verso il paese di lui.

 

Il ritmo è costante, la messa in scena vivace come la recitazione e i dialoghi e le gags brillanti - molte di queste indimenticabili... "abitate in Islam?"; "una tela del 1600? Non è che l'hanno gettata? E tu mo' vieni?"; " È per l'estasi. - Ah, si drogava!" - e i personaggi sono tutti ben caratterizzati, anche quelli secondari. A fare da spalla a Checco, c'è Herbert Ballerina nel ruolo dell'amico imbranato e ancora vergine. Con la sua naturale aria da idiota strappa anche lui un bel po' di risate. Altri attori di supporto in ruoli minori eppure superlativi sono Ivano Marescotti, Tulio Solenghi e Rocco Papaleo.

 

Un film in definitiva imperdibile, lontano dalla solita comicità italiana dei fratelli Vanzina o da cinepanettone. Zalone è su un altro livello e si concede al pubblico nella sua nuda essenza, con generosa autoironia. Non ha vergogna di sembrare la caricatura di se stesso, regalandoci risate a go-go.

 

Simpatica la colonna sonora.

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