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Vento di primavera

Regia di Roselyne Bosch vedi scheda film

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La recensione su Vento di primavera

di supadany
8 stelle

VOTO : 6/7.
Quando si affrontano momenti storici così tumultuosi e bui, è abbastanza facile riuscire a creare una sorta di empatia col pubblico e quindi ben figurare.

Così anche questo “La rafle” vi riesce piuttosto bene, agevolato da un punto di vista spesso rappresentato dai più piccoli (e come tali più ingenui e positivi per natura) o da personaggi semplici ma altrettanto riusciti (vedi l’infermeria Annette).

Durante la notte tra il 15 e 16 luglio del 1942 a Parigi avviene un massiccio rastrellamento di ebrei, 24000 secondo le stime, 13000 quelli effettivi (in molti si salvarono grazie all’aiuto dei francesi di Francia).

Tutti questi vengono radunati per alcuni giorni all’interno del velodromo invernale, in attesa di essere trasferiti in un campo provvisorio a Loiret e successivamente in Polonia non appena i campi di concentramento risultassero a disposizione.

Lavoro piuttosto semplice ed ordinato, distinguibile in tre fasi; la prima con l’inquadramento delle famiglie in evidenza, la seconda col rastrellamento e la detenzione nel velodromo, la terza con il campo di concentramento e seguente deportazione.

Il tema è ovviamente forte, la scelta di far prevalare un punto di vista più fanciullesco aiuta, combinato al punto di vista più sentimentale, trasportato e cosciente di Annette, tutto il film a essere oltre che documento storico di (sempre doveroso in questi casi) ricordo anche cinematograficamente più interessante.

Non mancano poi dettagli forse secondari, ma rilevanti (in un momento così fosco ci si preoccupa solo che la retata non avvenga il 14 luglio, festa nazionale), scene di massa imponenti (l’intervento dei vigli del fuoco all’interno del velodromo) e piccole scene riuscite (tra il bimbo che non capisce quanto sta accadendo ed ancora sogna un futuro coi suoi cari), a volte anche simpatiche (d’altronde ai più piccoli questo succede anche quando sembra crollare tutto).

Per il resto la confezione appare nitida, la commozione è spesso dietro l’angolo e il finale, magari un po’ frettoloso ed arrangiato, chiude il cerchio della storia (e della guerra stessa).

Insomma, senza aspettarsi dei voli pindarici, rimane pur sempre un discreto/buon prodotto realizzato senza badare a spese (le scene di massa sono reali ed imponenti) e valido nell’inquadrare un fatto storico tristemente importante (come tanti altri all’interno della Seconda guerra mondiale, ma pur sempre meritevole di attenzione).

Su Roselyne Bosch

VOTO : 6/7.
Buon lavoro d'insieme, aiutata da un buon budget (che comunque ben utilizza) nelle sequenze di massa più impattanti sulla memoria.

Su Jean Reno

VOTO : 6++.
Fa sempre la sua "sporca" figura, ma non è certo un ruolo indimenticabile.

Su Mélanie Laurent

VOTO : 6/7.
Conferma di aver classe, temperamento e trasporto emotivo.
La sua parte è rilevante, anche perchè fa in modo che risalti il più possibile.

Su Gad Elmaleh

VOTO : 6+.
Volto particolare.
Interessante.

Su Raphaëlle Agogué

VOTO : 6+.
Altro bel volto.
Interessante.

Su Hugo Leverdez

VOTO : 6,5.
Volto molto pulito, la sua parte è spesso esposta in primo piano, lui si comporta in maniera piuttosto convincente.

Su Sylvie Testud

VOTO : 6.
Particina, nella quale però lei si comporta egregiamente.

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