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Let It Be

Regia di Michael Lindsay-Hogg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Let It Be

di hallorann
8 stelle

Documentario imperdibile sulla registrazione dell'ultimo album pubblicato dai Beatles nel '70 + il mitico concerto sui tetti della Apple del 30 gennaio '69.

Notoriamente LET IT BE viene ritenuto l’ultimo lavoro realizzato dai BEATLES. Il 33 giri che chiude un’epoca irripetibile e sancisce lo scioglimento dei quattro ragazzi di Liverpool. Dal 1962 al 1969/70 John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr rivoluzionarono la musica e il costume dell’intero pianeta. LET IT BE film testimonia la registrazione dell’album nei mitici Abbey Road Studios di Londra nel gennaio del 1969, per poi farlo uscire un anno dopo, precisamente l’8 maggio 1970. Nell’estate del ’69, invece, venne registrato il capolavoro ABBEY ROAD, uno dei primi esempi di concept-album o di lunghe session di suite, anticipando l’uscita in autunno e posticipando l’altro. Tornando appunto a LET IT BE, i Beatles amavano farsi filmare oppure affidarsi ad un regista e girare a soggetto come in A HARD DAY’S NIGHT e HELP, entrambi diretti da Richard Lester. In questo caso Michael Lindsay-Hogg si limitò a riprenderli durante le fasi di creazione, di prove e registrazione delle canzoni destinate al 33 del titolo. Almeno tre canzoni finiranno nel più ricercato ABBEY ROAD, in LET IT BE i quattro cantano, suonano e cazzeggiano anche altri brani come BESAME MUCHO e un paio di classici del rock ‘n roll. Escluse dalle riprese, le canzoni eseguite o solo abbozzate risulteranno circa quattrocento! Pochi anni fa è stato ripubblicato LET IT BE...NAKED, asciugato dagli archi e dal Phil Spector's touch - discutibile ma senz'altro suggestivo e vincente.

 

In sala Paul è la guida e l’istrione del gruppo, Ringo il secondo istrione, John riflessivo e costantemente sorvegliato da Yoko Ono, George schivo e quasi timido, la figlia di Paul Heather balla e si muove con disinvoltura tra i Fab Four. I biografi però raccontano che dietro i loro volti si nascondevano tensioni e malumori. Ma la vera chicca è il concerto (questo davvero l’ultimo) che John, Paul, George e Ringo più Billy Preston alle tastiere tengono sul tetto dell’edificio di Savile Row, sede della Apple. E’ un trenta gennaio freddo e soffia un vento polare, i Beatles appaiono verso mezzogiorno dopo che tecnici e ingegneri del suono hanno montato attrezzature e protetto i microfoni con calze di nylon. Paul ha la barba, giacca nera e camicia bianca, John e George indossano una pelliccia, Ringo un impermeabile arancione. Era dal ’66 che non apparivano in pubblico, il loro inconfondibile sound richiama curiosi e fan che si accalcano sui tetti circostanti, mentre sotto in strada nel cuore della West end londinese i marciapiedi si riempiono e il traffico si paralizza. I brani eseguiti GET BACK, DON’T LET ME DOWN, I’VE A GOT FEELING, ONE AFTER 909 e DIG A PONY si stagliano nel cielo di Londra. Questo bizzarro e singolare live viene ripreso da dieci telecamere, dura quarantadue storici minuti (nel film ridotti a venti) e viene interrotto dalla polizia per motivi di ordine pubblico. I Beatles chiudono con il bis di GET BACK, John saluta con la frase che pronunciò all’esordio: ”Vorrei dirvi grazie, da parte nostra e anche dei ragazzi e spero che abbiamo passato l’audizione!”. The end.

 

 

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