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Let It Be

Regia di Michael Lindsay-Hogg vedi scheda film

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La recensione su Let It Be

di maso
8 stelle

 

 

 

"Lasciamo che sia il nostro testamento filmato" sembrano volerci dire i Beatles con questo ultimo film che li immortala tutti insieme in azione nei meandri della Apple records a Londra intenti a creare le ultime canzoni della loro ricca produzione musicale.

La concessione di essere ripresi a distanza ravvicinata da Hogg e la sua troupe appare come un atto doveroso nei confronti dei tantissimi fans che li hanno amati e li amano ancora e devo dire che l'atmosfera che il film trasmette non lascia filtrare l'imminente separazione del quartetto, al contrario i Beatles sembrano più che mai coesi e in gran forma: sia quando si tratta di attaccarsi agli strumenti e suonare per il gusto di farlo come ad esempio una caliente versione di Besame mucho cantata da Paul, sia quando è il momento di incidere un nuovo scintillante successo come la title track o The long and winding road, e anche quando è il momento di stupire la città suonando in pubblico sul tetto della Apple dando prova di una genialità che va oltre il suono e una capacità di catturare l'orecchio che nessuno come loro quattro ha mai avuto e mai avrà.

La parte in studio denota una leadership notevole di Paul McCartney che con il suo carisma catalizza l'attenzione di tutto l'entourage mentre Lennon è già altrove dato che su di lui aleggia l'inquietante presenza di Yoco Ono ma nonostante ciò sembra divertirsi incredibilmente più di ogni altro all'interno del film e questo non incide sull'apporto dato nella creazione dei nuovi brani, il balletto con la sua nuova compagna mentre George crea la bellissima I me mine è uno dei momenti più magici e nostalgici del film e verrà inserito tre la miriade di riferimenti che compongono il video collage di Free as a bird venticinque anni dopo.

George è il più torvo dei quattro e sembra trasudare qualche sintomo di stanchezza e malcontento mentre Ringo è come sempre spassoso in tutta la fase di creazione e nelle jam sessions caratterizzate da rumori di fondo e libertà di suoni e immagini che come per incanto svaniscono nel momento in cui si va ad incidere Let it be, un cambio netto all'interno del film che con la sua compostezza collega come un grosso trattino le due fasi free delle jam e del concerto finale sul tetto della Apple un giorno di fine gennaio '69 in cui soffiava un vento gelido come la nostalgia per una band indimenticabile, la migliore in assoluto: i fab four sembrano quelli di una volta quando suonano, sono molto diversi nell'aspetto dagli anni dell'esplosione, fra barba e basette lunghe ed abiti freak che più freak non si può ma quando si attaccano agli strumenti è ancora magia con Paul e John appaiati a tirare il carro in vocalismi penetranti fra il beat di Get Back, il soul di Don't let me down e il blues di Dig a Pony mentre sotto di loro c'è il ribollire di una città che si arrampica sui tetti circostanti e spalanca finestre per osservarli senza rendersi conto che sta assistendo all'ultimo concerto della più grande rock'n roll band di sempre.

I poliziotti accorrono con la loro becera legalità da far rispettare che non può fermare la leggenda dei 4 ragazzi di Liverpool, il concerto così come il film e la band che lo ha ravvivato giungono ad una conclusione che è doverosamente nelle parole di John Lennon, l'eroe tragico della storia: "Un grazie da parte mia e dei ragazzi.....speriamo di aver passato l'audizione".

 

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