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Confessions

Regia di Tetsuya Nakashima vedi scheda film

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La recensione su Confessions

di pazuzu
10 stelle

Nella giornata dedicata alla promozione del consumo del latte tra gli studenti delle scuole medie, Yuko Moriguchi sta per impartire la sua ultima ed importantissima lezione ad una classe di tredicenni indisciplinati. Tra sbadigli messaggini e brusii, tra ragazze che si truccano e ragazzi che si lanciano palle da baseball, l'insegnante introduce un discorso su sé stessa e sull'amato compagno malato di aids, per arrivare a parlare della sorte capitata alla figlioletta Manami, 4 anni, morta affogata nella piscina della scuola appena un mese addietro. L'atmosfera si fa morbosa, i ragazzi ascoltano e prestano attenzione. Ma quello capitato alla bimba non è stato un incidente, bensì un omicidio perpetrato proprio da due di loro. Nella classe cala il gelo. La professoressa Moriguchi prosegue, non pronuncia mai i nomi dei due giovani assassini, li chiama semplicemente "A" e "B", ma li inchioda con un resoconto che permette agli altri di individuarli senza dubbi di smentita. Quindi aggiunge di aver contaminato con il sangue infetto del proprio compagno i cartoni del latte che i due impuniti hanno appena terminato di bere. Dopo di che ringrazia, si congeda e se ne va.
La prima mezzora di Confessions è uno degli incipit più folgoranti ed indimenticabili che il cinema sia riuscito a proporre in tempi recenti: l'atto d'accusa dell'insegnante nei confronti dei suoi alunni è fluviale e chirurgico, rancoroso e debordante; mossa dall'inerzia del sistema giudiziario giapponese, che protegge i minori anche di fronte ai delitti più efferati, la professoressa decide di servirsi da sola la propria vendetta: in un crescendo di tensione ed incredulità declama il proprio monologo con il distacco e la freddezza di chi sa di aver perso tutto per sempre. Gli effetti della sua requisitoria si abbatteranno sulle vite dei responsabili del terribile assassinio, in un domino di rivelazioni azioni e reazioni che porterà ad esiti imprevedibili e devastanti.
Trionfatore all'ultima edizione dei Japan Academy Awards, Confessions è un thriller psicologico originale e poderoso che partendo dal disvelamento di un mistero (l'identità dei colpevoli è chiara fin da subito) ha l'ardire di coinvolgere e sconvolgere mostrandone le conseguenze attraverso una semplice sequenza di racconti: quella della professoressa, infatti, è solo la prima delle confessioni cui il titolo fa riferimento e attraverso cui la pellicola si snoda e si struttura, alla quale si aggiungono poi quelle di Shuya (l'alunno "A"), di Naoki (l'alunno "B"), di sua madre, e della compagna di classe Mizuki. Le loro testimonianze si sommano si accavallano e si integrano, fornendo una continua sovrapposizione di spazi temporali e punti di vista, e conducendo per mano lo spettatore nel pozzo senza fondo di una società malata e senza riferimenti in cui genitori svagati e assenti crescono figli nichilisti anaffettivi e violenti.
Fanno paura i due baby assassini Shuya e Naoki, capaci di commettere un delitto assurdo e di avere, davanti all'evoluzione dei fatti, reazioni tanto antitetiche tra loro quanto parimenti estreme; fanno paura le loro madri, una assente perché fuggita, incurante d'aver abbandonato un figlio a sé stesso pur di far carriera, l'altra onnipresente e iperprotettiva, tesa a deresponsabilizzarlo negando anche l'evidenza; fanno paura i loro compagni di classe, tanto celeri ad emarginare i mostri da apparire a loro volta altrettanto mostruosi; fa paura la giovane e misteriosa Mizuki, così brava a nascondere il proprio lato oscuro dietro una facciata di apparente maturità; e fa paura la stessa professoressa Moriguchi, resa insensibile dal troppo dolore al punto di mettere in piedi un piano diabolico e spietato. Fanno paura tutti: perché sono reali, plausibili, fallibili, e tremendamente umani.
Ma non c'è giudizio morale, non ci sono tesi giustizialiste da portare avanti, c'è piuttosto il chiaro intento di porre l'accento sul corto circuito insanabile tra tensione morale ed umana debolezza, tra propositi di vendetta senso di perdita e bisogno di affermazione. Lucido razionale ed implacabile, Tetsuya Nakashima adotta una regia plastica geometrica e sinuosa che attraverso uno stile algido e distaccato mantiene la pellicola costantemente in equilibrio tra l'eleganza della forma e la brutalità della sostanza del dramma narrato. Sceneggiato dallo stesso regista partendo dal romanzo omonimo di Kanae Minato, sostenuto dalla fotografia nitida e pulita di Masakazu Ato e Atsushi Ozawa e dalla prova glaciale ed incisiva di Takako Matsu nel ruolo della professoressa Moriguchi, abilissima nel renderne il vuoto interiore lavorando per sottrazione, e contrappuntato da una colonna sonora di tutto rispetto nella quale, accanto alle sperimentazioni dei Boris, spicca tra le altre l'ipnotica e notturna Fantasy degli xx oltre alla struggente ed ansiogena Last Flowers dei Radiohead, Confessions è un film disturbante poetico ed estremo: una visione suggestiva e impressionante, destinata a restare, capace di appagare gli occhi e scuotere le menti.

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