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Il Grinta

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Il Grinta

di Paul Hackett
8 stelle

Una tenace ragazzina, decisa ad assicurare alla giustizia Tom Chaney, l'assassino del padre, riesce ad ingaggiare Rooster Cogburn, detto "Il Grinta", anziano ma feroce cacciatore di taglie. Assieme a lui e al ranger texano LeBouef si metterà alla ricerca della banda di criminali alla quale si è unito Chaney, per un viaggio iniziatico intriso di violenza e terribili avventure, attraverso le quali la sua vita cambierà per sempre. I fratelli Coen dirigono un riadattamento del romanzo di Charles Portis, dal quale già Henry Hathaway aveva tratto un lungometraggio con John Wayne nell'ormai lontano 1969. Non ho letto il romanzo e ho vaghi ricordi, per averlo visto da ragazzino, del film di Hathaway, per cui non azzarderò paragoni: "Il Grinta", nella rilettura dei fratelli Coen, è un gran bel western dal sapore piacevolmente classico e "retrò", appassionato ma anche sarcastico omaggio ai miti fondatori di una nazione forgiata sull'etica protestante ma anche e soprattutto sulla violenza e sul sangue di tutori della legge non proprio integerrimi e banditi non del tutto malvagi. Grazie alle inquadrature mozzafiato dei Coen e alla sontuosa fotografia di Roger Deakins, che a sprazzi mi hanno ricordato l'analogo e meraviglioso lavoro compiuto da Zhang Yimou per il suo "La foresta dei pugnali volanti", ritorna a rivivere il mito della frontiera, degli enormi spazi dell'America dei pionieri e degli avventurieri armati fino ai denti, la magia di cieli immensi e l'insondabile mistero di paesaggi ancora alieni e selvaggi. Certo, chi dei fratelli Coen apprezza soprattutto la capacità di innovare prondamente i generi cinematografici affrontati, potrebbe rimanere non poco deluso da una pellicola dall'impianto tutto sommato "tradizionale" e l'appassionato di western potrebbe storcere il naso di fronte al "sacrilegio" di una rilettura di un classico con John Wayne, ma tutti gli altri, quelli che non pretendono rivoluzioni ad ogni inquadratura e nemmeno dormono con una Colt sempre pronta a sparare (magari in un bivacco improvvisato in giardino), potrebbero gradire molto un film asciutto e appassionante, stracolmo di belle immagini e magnificamente interpretato da un Jeff Bridges che aggiunge l'ennesima indimenticabile caratterizzazione alla sua fenomenale galleria di personaggi, persino epico nella sua tragicomica e logorroica vecchiaia intrisa di troppo alcool versato giù per la gola e troppo piombo rovente piantato nelle budella di tanti malcapitati banditi, insieme vittime e carnefici di una giovane nazione costruita sul sangue. Ottimo anche il cast di contorno: bravissima la giovane Hailee Steinfeld, ottimi Matt Damon e Josh Brolin (poco utilizzato ma sempre più convincente in ruoli da "villain") e credibile lo stuolo di caratteristi che arricchiscono qualsiasi western che si rispetti. Non il miglior Coen, ma ugualmente un gran bel film: quattro stelle.

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