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Priest

Regia di Scott Charles Stewart vedi scheda film

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La recensione su Priest

di supadany
5 stelle

Come per il precedente “Legion” anche “Priest” vorrebbe in tutti i modi pensare in grande, ma finisce inevitabilmente con l’agire in piccolo per una saga ambiziosa che, visti i risultati, non mi stupirei se si fermasse a questo punto e probabilmente sarebbe pure molto meglio per tutti se così fosse.

In un futuro postapocalittico, i vampiri sopravvissuti sono ghettizzati in vere e proprie riserve e gli uomini vivono sotto il controllo assoluto della Chiesa.

Quando un gruppo di vampiri riaccende la guerra contro gli uomini, un sacerdote guerriero (Paul Bettany) proverà con l’aiuto di pochi alleati a fermare la loro avanzata e a salvare sua figlia (Lily Collins) che è finita nelle loro mani.

 

 

Tra le corde del film ci sono diversi aspetti interessanti (come la visione di una Chiesa padrona del sistema), ma nel suo insieme appare più un b-movie ingrossato che un prodotto ad alto potenziale.

Probabilmente al fine di contenere i costi, comunque abbastanza elevati, molte scene risultano molto buie, direi troppo, tanto da rendere alcune situazioni poco chiare ed il non voler mostrare certe scene potenzialmente gore (come il primo mattatoio nella casa della ragazza rapita) sembra più legata ad una questione economica (tenere sotto controllo il budget) piuttosto che ad un’esigenza legata al racconto.

Poi non mancano diverse ingenuità (ad un certo punto per esempio il tramonto arriva nel giro di pochi secondi quando poco prima il sole non pareva così basso), il canovaccio rimane prevalentemente action (senza denotare qualità particolari a tal riguardo) così che l’aspetto più interessante, ovvero un mondo con scenari che legano tra loro passato (la Chiesa al potere, alcuni paesaggi quasi western) e futuro (tecnologia e poche città, ma architettonicamente evolute) rimane per lo più semplice sfondo poco sfruttato.

Così il regista Scott Charles Stewart finisce col denotare gli stessi limiti manifestati col precedente “Legion”, Paul Bettany sarà anche un attore abbastanza dotato, ma non può certo fare miracoli e forse, per una volta, il finale aperto, e che arriva dopo nemmeno settantacinque minuti, non porterà in futuro a vedere la guerra che, testuali parole, sarebbe appena cominciata.

Appiedato.

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