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Mimì metallurgico ferito nell'onore

Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film

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La recensione su Mimì metallurgico ferito nell'onore

di Furetto60
7 stelle

Primo grande successo cinematografico di Lina Wertmüller. In bilico tra commedia e satira sociale, sempre con il suo stile grottesco. Grandi Melato e Giannini

In una desolata landa di pietre e zolfo, Carmelo Mardocheo detto Mimì sta lavorando, come manovale, quando sopraggiunge un’auto, da cui vengono lanciati dei volantini di propaganda elettorale, che invitano a votare per il boss del luogo, alle prossime elezioni del paese. Mimì persuaso che la cabina custodirà il suo segreto, invece di seguire quelle indicazioni, vota seguendo la sua naturale inclinazione, per il partito antagonista. Il giorno dopo viene licenziato. Abbandona Catania ed emigra in quel di Torino. Qui conosce Salvatore Tricarico, responsabile dell'associazione 'Fratelli Siciliani' che si occupa di trovare alloggio e lavoro agli immigrati, “longa manus “di quella mafia dalla quale Mimì è stato costretto a scappare. Diventato muratore, Carmelo assiste impotente alla morte di un collega, che cade da un'impalcatura, i padroni e il Tricarico, vorrebbero mettere tutto a tacere, ma lui si oppone, dopo un parapiglia riesce a scappare, ma subito ripreso, con un escamotage si salva e viene promosso al rango di metallurgico, dunque si iscrive al sindacato. Un giorno corre in soccorso di Fiore, una proletaria aggredita dai fascisti, ne nasce una focosa relazione. La ragazza rimane incinta. Tempo dopo, involontario testimone di un sanguinoso regolamento di conti, davanti alla polizia Mimì sceglie la via dell'omertà. Viene così promosso e trasferito alla raffineria di Catania dove ritorna con la nuova famiglia, dividendosi fra lei e Rosalia. Ma Mimì scopre che anche la moglie ha un amante, un brigadiere della Finanza, e per di più, aspetta un bambino da lui, folle di gelosia si sente costretto, seguendo la logica della legge del taglione, a sedurre la moglie dell'amante di Rosalia, anche se è grassa e brutta, cosi dagli e ridagli anche questa rimane incinta. Il 'duello rusticano” avviene, in piazza, come nella migliore tradizione, dove Mimì affronta spavaldamente il rivale, ostentando la sua legittima rivalsa. Nel parapiglia, un sicario mafioso uccide il brigadiere e mette la pistola in mano a Mimì, che ovviamente, finisce in galera. Ma l'onore è salvo e il nuovo boss mafioso del luogo gli fa sapere che, una volta uscito, logicamente presto, in quanto all’epoca vigeva il “delitto d’onore” potrà contare su di lui. Mimì è diventato un 'uomo di rispetto, è lui ora che a bordo dell'auto lussuosa, fa la campagna elettorale per il suo padrino. Fiore nauseata dal voltafaccia del compagno, lo abbandona per sempre. Il cerchio si chiude nello stesso luogo dove era cominciato. Mimì non è cambiato e non può cambiare, il retaggio familiare e sociale è più forte di qualsiasi tentativo di emancipazione. Alla fine del film Carmelo, non fa altro che ritrovare se stesso, un uomo geloso possessivo, schiavo di tabù e pregiudizi, incapace di andare oltre i suoi limiti. Naturalmente non lo aiutano i parenti, gli amici, i colleghi, tutto l’ambiente che gravita attorno a lui, non fa altro che ricordargli, semmai se ne fosse dimenticato, i codici d’onore, le regole non scritte, ma che tutti conoscono e che impongono certi obblighi, a cui non ci si può sottrarre. Lina Wertmüller approda al suo primo grande successo cinematografico con questo lavoro, nel 1972 ,dopo il debutto con i I basilischi del 1963, connotando la commedia all’italiana, con un tocco tipicamente personale, ibridando diversi generi, come la satira sociale, il mélo, il cinema politico, perfino la sceneggiata e il comico grottesco, caricaturale, all’insegna dell'eccesso e della ridondanza, che caratterizzeranno buona parte del suo cinema, facendone anche la sua cifra stilistica. Sono passati cinquant’anni e L’Italia e la Sicilia sono nel frattempo cambiate, tuttavia il film se pur datato, è invecchiato bene, conservando una sua genuina freschezza. Grandi sia Giannini che la compianta Mariangela Melato.

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