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Ladri di cadaveri. Burke & Hare

Regia di John Landis vedi scheda film

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La recensione su Ladri di cadaveri. Burke & Hare

di Paul Hackett
6 stelle

William Burke e William Hare, immigrati irlandesi nella Edimburgo dei primi dell'800, sono due poveracci che, per sbarcare il lunario, si trasformano in assassini per portare avanti una lucrativa attività di procacciatori di cadaveri "freschi" per le autopsie del celebre chirurgo Robert Knox. Liberamente ispirato alle vicende reali di una celebre coppia di serial killers, "Ladri di cadaveri" è una sulfurea commedia nera, a tratti convincente a tratti decisamente irrisolta, che trae la sua principale ragione d'interesse nel segnare il graditissimo ritorno dietro la macchina da presa del grande John Landis che, dopo i fulminanti esordi degli anni '70, i fasti degli anni '80 (almeno tre o quattro capolavori) e l'inarrestabile declino degli anni '90, con il nuovo millennio era totalmente finito nel dimenticatoio (dodici anni senza girare un lungometraggio: praticamente un periodo infinito). Se "Ladri di cadaveri" costituisce lo stato dell'arte del cinema del maestro americano, analizzando il film si possono intuire chiaramente le ragioni di questo lungo periodo di silenzio: il cinema di John Landis, oggi, è quanto di più lontano si possa immaginare rispetto ai canoni commerciali hollywoodiani (e non a caso la pellicola è una produzione inglese con attori prevalentemente britannici). "Ladri di cadaveri" è un film eccessivo (gag "pesanti" e nerissime), disturbante (i volti dei personaggi quasi sempre stravolti da qualche deformità più o meno evidente), spesso francamente sgradevole (le frequenti inquadrature di cadaveri più o meno putrefatti) che, con la scusa della parodia, non si pone minimamente il problema di colpire duro allo stomaco il suo (immagino non amplissimo) pubblico. Il risultato intriga per la perfezione delle scenografie, la sontuosità della fotografia (virata nei toni grigi e ferrigni che è facile evocare pensando alla Scozia del diciannovesimo secolo) e la grande personalità di un regista dalla indiscutibile classe, ma lascia anche facilmente perplessi per vari motivi: non si ride quasi mai, il cast non è sempre all'altezza della situazione (Simon Pegg, personalmente, non mi ha mai detto nulla) e, alla fine, l'impressione generale che rimane è quella di un giochino un pò inutile, fine a sé stesso e tirato per le lunghe. Dubito che da John Landis ci si possano attendere nuovi capolavori, ma il suo cinema, lo confesso, mi manca moltissimo: considerato il prevedibile scarso successo commerciale di "Ladri di cadaveri", speriamo di non dover attendere un altro decennio per rivedere un nuovo film del regista americano sul grande schermo: voto sufficiente.

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