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Piccole bugie tra amici

Regia di Guillaume Canet vedi scheda film

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La recensione su Piccole bugie tra amici

di supadany
8 stelle

Guillaume Canet sa di essere bravo con la telecamera, e d’altro canto lo è pure, e con questo suo terzo lungometraggio realizza un’opera estremamente personale con parecchie connotazioni non casuali, con un cast “all star” fatto di attori che conosce da una vita, prendendosi tutto il tempo necessario (per un film del genere 150 minuti sono davvero tanti), sfidando anche regole non scritte, ma comunque sottointese.

L’incidente stradale che riduce in fin di vita Ludo (Jean Dujardin) non ferma le classiche vacanze di due settimane che un affiatato gruppo di amici intraprende da parecchio tempo.

L’atmosfera è però diversa dal solito e non solo per quanto accaduto, infatti Max (Francois Cluzet), il padrone di casa, è più nervoso del suo solito dopo una confessione inaspettata ricevuta da Vincent (Benoit Magimel), Marie (Marion Cotillard) soffre interiormente pur non facendolo vedere, mentre Eric (Gilles Lellouche) e Antoine (Laurent Lafitte) hanno due storie sentimentali in sospeso.

Tra una bugia ed una verità dovranno fare i conti con se stessi e gli altri.

 

 

Con un modello di riferimento alto (“Il grande freddo”) Guillaume Canet riunisce un cast armonioso fin dalla sua genesi (conoscersi è sempre un vantaggio nell’alchimia di gruppo) e realizza un film probabilmente non compiuto fino in fondo, ma tremendamente scorrevole, con poche scene madri, ma tanti buoni momenti che tra una risata, una confessione, una bugia ed una lacrima riempiono una storia che si dipana senza frenesia per circa due ore e mezza.

L’incipit è filmato benissimo (gli ultimi minuti notturni di Ludo prima di andare incontro al fato), così come lo è poi il finale che chiude il cerchio della storia (ma non tutti i meandri d’altronde la vita è sempre in evoluzione), in mezzo tante piccole storie, uno spirito di gruppo che alterna alti e bassi (come in ogni gruppo che si rispetti), una scelta balneare affascinante, con una fluidità di fondo quasi disarmante.

L’alchimia sul set ovviamente aiuta parecchio, e si respira a pieni polmoni in svariate occasioni, la direzione degli attori è eccelsa e poi quest’ultimi sono realmente bravi ed evidentemente a loro agio e quindi messi nelle condizioni migliori per poter rendere al meglio.

Così si sorride, a volte “duro” altre in maniera leggera, ci si scontra con i problemi del cuore, con quelli di una vita che troppo spesso riserva tremende sorpresa e come si sa la morte spesso avvicina le persone più della maggior possibilità pensabile.

Un film inebriante, sinceramente corale, ambizioso per impostazioni e tempistiche, non del tutto risolto, ma accattivante e penetrante.

Particolare.   

 

Guillaume Canet

Costruisce un insieme fluido e variegato, con alcune eccellenze e anche qualche manchevolezza o passaggio discutibile.

Nel complesso direzione più che valida a mio avviso.

François Cluzet

Tra tutti è l'attore che si prende più spazio con le nevrosi del suo personaggio, vero e proprio "capobranco" che non manca mai di far risaltare il successo (economico) ottenuto nella sua vita.

Bel ruolo, interpretazione efficace e colorita.

Bravo.

Marion Cotillard

Non sarà un film da Oscar, ma ancora una volta riesce a trasmettere emozioni con una facilità disarmante (e non mi riferisco solo al drammatico finale).

Infallibile e penetrante (almeno per chi come me la adora letteralmente).

Benoît Magimel

Ruolo insidioso nel quale se la cava senza eccellere in maniera particolare.

Più che sufficiente.

Gilles Lellouche

Un pò il "bad boy" della situazione, si muove con estrema scioltezza.

Discreto.

Jean Dujardin

Protagonista di un incipit magnifico, poi purtroppo il destino del suo personaggio lo porta ai margini della vicenda (almeno fisicamente).

Laurent Lafitte

Piuttosto simpatico ed immediato.

Più che sufficiente.

Valérie Bonneton

Sostanzialmente gradevole, fa da contraltare al personaggio di Cluzet del quale è la moglie.

Discreta.

Pascale Arbillot

All'interno di un cast più che nutrito non è certo lei a primeggiare.

Pienamente sufficiente.

Joël Dupuch

Ha i suoi momenti di gloria soprattutto lungo il finale nel quale mostra un bel talento.

Anne Marivin

Decisamente di bella presenza.

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