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Ti presento un amico

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

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La recensione su Ti presento un amico

di ROTOTOM
1 stelle

Raoul Bova a dorso di Mulo.

Divagazioni tra superman, nani messicani, cabaret e pornostar.

 

Ho scaricato dal Mulo Ti presento un amico (2010) il film con Raoul Bova di uno dei Vanzina, quello che dei due nelle interviste becca meno congiuntivi, credo.  Purtroppo la gaia commedia è rimasta in programmazione nei cinema troppo poco tempo perché riuscissi a vederla, così il sorridente ciuchino virtuale si è di nuovo rivelato amico prezioso. A precisa richiesta della redazione mi sono dovuto impegnare per reperire l’oggetto e parlarne. Così ho messo a nanna mia figlia, mia moglie, ho stretto il cilicio ben stretto alla coscia e ho dato il via alla riproduzione dell’opera.

 

Faccio un passo indietro: il Mulo si chiama così non solo perché trasporta grandi quantità di dati senza accusare fatica ma anche perché del simpatico equino riproduce la celeberrima testardaggine. Subito non c’era verso, non me lo dava. Stava lì impalato con gli occhietti di fuori, atterrito, lui che mi aveva fornito oscuri capolavori dell’arte cinematografica giapponese, rarità del cinema di serie C, intere filmografie di sanguinari esteti dell’horror estremo,  sembrava impuntarsi nel non collaborare alla richiesta. Strano, il Mulo obbedisce e scarica tutto con gioia, di solito,  andando a pescare le perle più rare e sconosciute che solo noi cinefili ossessivi compulsivi cerchiamo di avere per bearci nel declamare titoli assurdi a interlocutori indifesi, sconcertati e sottomessi. E’ la sindrome di Ghezzi, i più gravi parlano fuori sincro.

 

Uno dei miei successi più clamorosi è il ritrovamento di un chimerico film del 1971, un cult giovanile , quelle operazioni folli che nella loro libertà espressiva hanno il potere di instillare nei soggetti predisposti la malattia del cinema: I cinque superman contro i nani venuti dallo spazio di Federico Curiel. Con errore originale nel titolo italiano. Una storia cialtrona di cinque campioni di wrestling, o meglio ancora, di lucha libre visto che è un film messicano (titolo originale: Los campeones Justicieros), mascherati come dei supereroi e che nel tempo libero indossano le maschere da passeggio (!), in lotta contro una schiera di nani assassini debitamente agghindati con mascherina e mantellina rossa decisi a rapire le loro donne.

Ho impiegato tre settimane per averlo, lo possedeva solo uno e nel peer to peer se quell’uno non tiene acceso il computer, sia che si trovi al piano di sotto o in Nuova Zelanda, lo scambio di dati non funziona. Io avevo nella casella di file condivisi What gets me hot, il primo porno della dea degli anni ‘80 Traci Lords,  all’epoca (forse) diciottenne per un pelo, appunto (anzi no, era minorenne aggiornamento del 2015). Lo scambio è andato a buon fine ma si sa che con un buon porno ficcato nella cartella di condivisione il baratto è più veloce. Rarità contro rarità, credo che nessuno dei due abbia leso i diritti di nessuno visto che soprattutto in Europa  il folle film messicano l’avremmo visto in 2. In Messico invece è un supercult, come tutta la serie di film sulla lucha libre che importata dagli Stati Uniti durante i seventies divenne fertile filone di cinematografia popolare elevando i lottatori-interpreti al rango di semidei.

 

Divago. Alla fine il Mulo ha ceduto e riluttante mi ha scalciato il file nell’hard disk ma ho dovuto sedurre la rete intera con  Alice in Wonderland – an x rated musical comedy (1976) di Bud Towsend, un divertente musical che alterna momenti di canto e di ballo a performance hard. Un piccolo gioiello anarchico e ludico.

 Raoul Bova, mi avevano detto fonti ben informate – e interessate- è bello e bravo, e io cortesemente ci ho creduto. Ti presento un amico è invece un po’ una schifezza, d’altronde le recensioni sui forum specializzati vanno dal disprezzo in giù. Ma Bova tra una fiction su Nassiriya, un’ intervista verità a NDP, tra un combattimento con gli Alien e i Predator(s) e un calendario, di riffa e di raffa sta a galla.  E’ simpatico Bova, conscio dei propri limiti adotta il profilo basso e lo sguardo da panda indifeso, piace alle donne perché è bonazzo, piace agli uomini perché ha la sincerità cameratesca del patto di non belligeranza tra consimili. In ogni caso non manderei mia moglie a prenderlo alla stazione. Quel suo costante autodefinirsi imbranato con le donne è un insulto all’integrità emotiva di tutti gli alvarovitali Italiani. Non è sciupafemmine, è che lo disegnano così.

 Povero Bova, il film nel quale interpreta un tagliatore di teste dal cuore buono, pasticcione con le donne ma che straccia loro le gonne,  non ha fatto successo. Scalciato via anche dal Mulo paziente. Una vanzinata impunita che ha messo in difficoltà perfino l’armata Brancaleone dei critici marzulliani di Cinematografo, solitamente disposti  a promuovere qualsiasi nefandezza con una sterilità di argomentazioni quasi sospetta. Che avrebbero detto del mio film di supeman e di nani? Lo sanno questi che Traci Lords si è poi rifatta una carriera come caratterista nella cinematografia cosiddetta normale? Come sarebbe un remake del film messicano con Bova nella parte di un lottatore e la bella Traci nella parte della fidanzata insidiata dai nanetti mascherati? Non pensiamoci, il trash deve essere sincero, cialtrone ed eccessivo, solo così può ambire al sublime.

Ti presento un amico è invece un trash involontario, dimenticabile all’istante, irritante nella sua vacuità spacciata per leggerezza. Buono neppure per le parodie visto che devo divagare su altro.

Mi è venuta in mente una cosa. Nel mio periodo di soggiorno romano, dal 1985 al 1988,  ho scoperto di essere stato vicino di casa di due personaggi del mondo dello spettacolo, all’ora ancora agli inizi. Uno era proprio  Raoul Bova che viveva nel palazzo di fronte al mio, l’altro era Dado – il cabarettista con la giacca di leopardo che declama canzoni assurde mentre si arrotola le maniche -  giovane e già folle con il quale intonavamo a squarciagola  le canzoni  degli Squallor  nella notte borgatara e che insieme scoprimmo le flessuose abilità della signorina Lords, ammaliati dalle immortali copertine delle VHS della videoteca sotto casa. Tutto torna quindi, solo, di Bova non mi ricordo proprio nulla.

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