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Sucker Punch

Regia di Zack Snyder vedi scheda film

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La recensione su Sucker Punch

di Stuntman Miglio
8 stelle

Watchgirl(s). Chi controlla le giovani donne rinchiuse in manicomio? Zack Snyder e i suoi angeli custodi tornano sullo schermo in un esperimento tutto al femminile, un nuovo esageratissimo esercizio di stile architettato su diversi piani narrativi per raccontarci una rocambolesca vicenda di fuga e sacrificio. Una storia semplice, a dire il vero, ma talmente ricca di sovrastrutture da risultare a tratti spiazzante. In breve: Baby Doll viene rinchiusa in un istituto psichiatrico dopo aver involontariamente ucciso la sorellina in un tragico incidente. In realtà è il patrigno ad averla incastrata per celare ben altre depravazioni ma il peggio è che da lì a cinque giorni, le farà praticare anche una lobotomia affinché venga resa innocua una volta per tutte. Che fare dunque? Non resta che allearsi con altre quattro detenute ed escogitare un piano per scappare via il prima possibile. Tutto piuttosto lineare e nemmeno troppo originale se non fosse che il regista di “300”, ora come allora, si ritrova a stravolgere il soggetto esasperandone la messa in scena al punto da entrare in una sorta di astrazione fumettistica. È in questo modo che, fra un raccordo di montaggio e l'altro, il racconto della vicenda muta scenario e registro passando dal tetro ospedale alle calde e sensuali atmosfere di un club a luci rosse per poi evolvere ancora, nei momenti di estrema difficoltà, alla prima linea di una guerra immaginaria contro un esercito di non morti. Un'evasione estrema che non si ferma al corpo ma che coinvolge soprattutto la mente, un meccanismo di difesa psicologico che combatte e respinge i laidi soprusi della realtà esorcizzandoli con altro eros ed altra violenza ma di matrice chiaramente fantastica. Terreno fertile per l'estro di Snyder che può così sguazzare senza limiti di credibilità fra patinati esercizi di seduzione e sequenze di pura azione che sovvertono il genere puntando a dimensioni da cartone animato. Cinema caciarone ma con una sua morale ed un suo stile ben riconoscibile che l'autore arricchisce ulteriormente con ottime scelte sia in fase di soundtrack - giocando nuovamente con le identità e proponendo solo rivisitazioni di brani celebri tra cui Search and Destroy ad opera Skunk Anansie o una Tomorrow Never Knows cantata da Alison Mosshart (e ancora cover di Pixies, Queen, Bjork, Smiths, Jefferson Airplane) - sia in fase di casting, puntando su nomi non troppo noti (bene Abbie Cornish e Jena Malone, perfetta Emily Browning ed un plauso al viscido Oscar Isaac per il suo villain Blue) ma costruendo una solida squadra di interpreti in grado di rendere giustizia al plot evitando qualsiasi tipo di inutile divismo. Divertimento assicurato.

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