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Unstoppable

Regia di Tony Scott vedi scheda film

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La recensione su Unstoppable

di Stuntman Miglio
6 stelle

Alla quinta collaborazione cinematografica fra Tony Scott e Denzel Washington, più o meno, uno sa che cosa aspettarsi: eroi tutti d'un pezzo, contesti non proprio realistici, azione frenetica ed incessante, minima implicazione morale. "Unstoppable" non si discosta certo da suddetto canovaccio ma presenta delle variazioni sul tema. Innanzitutto si parte da fatti realmente accaduti e, per una volta, non ci si trova di fronte all'ennesimo attentato terroristico o piano malefico partorito da chissà quale psicopatico dal grilletto facile. Non c'è villain in questo film, c'è solo un treno lungo un km, pieno di combustibile e merci pericolose, che viaggia senza controllo e a velocità folle seminando il terrore in buona parte della Pennsylvania. Nessuno in carrozza a governarlo, il missile su rotaie nasce da un errore umano dettato da disorganizzazione e sciatteria. Biasimevole ma possibile e soprattutto più credibile del solito. Assodato il problema, parte la gara contro il tempo per fermare il convoglio impazzito prima che si schianti causando migliaia di vittime. Fra i tanti, all' inseguimento del treno, troviamo anche un macchinista prossimo alla pensione "anticipata" ed un giovane capotreno con problemi a casa. I due, a bordo di una motrice in retromarcia, presto diventeranno l'unica speranza per impedire una catastrofe. Ritmo elevato e montaggio convulso, nel cinema di Scott, sono fattori imprescindibili; qui si aggiungono contesto e situazioni che rimandano al precedente "Pelham 123" ma aumenta la spettacolarità grazie ad indovinate sequenze in campo lungo che seguono la folle corsa di questo runaway train, in definitiva, vero e proprio protagonista della pellicola. Azione pura a parte, non mancano accenni di critica alla gestione logistica della situazione da parte della compagnia ferroviaria nonché al trattamento scriteriato del personale atto unicamente a risparmiare capitali a danno della sicurezza generale. Siamo ovviamente lontani dal film di denuncia ma il messaggio passa nonostante i vari personaggi siano tutti piuttosto stereotipati. Funzionale il cast che ha il suo unico acuto nelle presenza del solito Denzel Washington che riesce comunque a ritagliarsi il suo spazio nonostante un ruolo meno attivo del solito. Rivedere Rosario Dawson, poi, è sempre un piacere.

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