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La banda dei Babbi Natale

Regia di Paolo Genovese vedi scheda film

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La recensione su La banda dei Babbi Natale

di scandoniano
6 stelle

Ottavo film per il trio delle meraviglie Aldo, Giovanni e Giacomo, a due anni di distanza dal mediocre “Il cosmo sul comò”. Come in tutti i loro film del nuovo millennio, non c’è più la verve dei primi anni, le battute e la comunicazione non verbale risultano a tratti ripetitivi, le situazioni, per quanto si provi a svecchiarle, tinteggiandole di nuove tematiche, appaiono comunque come un reiterato dejà vu. Il trio prova a mischiare le carte, inserisce nuovi caratteristi, prova ad affrontare argomenti fuori dall’usuale, ma a conti fatti ritorna sempre lì: amori difficili, rapporti interpersonali bizzarri, situazioni al limite del paradossale, con una comicità che non sa rinnovarsi. Certo, e questo è una gran cosa, rispetto a film puramente “dovuti” come il già citato del 2008 o, peggio ancora, “Anplagghed al cinema” in cui si riversa in un mezzo (il cinema) ciò che di buono si era fatto altrove (il teatro o la tv), il passo in avanti è notevole. Se non altro perché la storia è divertente (anche se non quanto quelle rappresentate nei primi tre, inarrivabili, film del trio) e perché si coltivano nuovamente, come una tempo, il citazionismo e l’andamento destrutturato della storia, mentre si abbandonano pratiche noiose come ad esempio l’equivoco a tutti i costi (come in “Tu la conosci Claudia?”, ad esempio, che in fondo era l’unica cosa che reggeva il film). È come se ci fosse una netta stanchezza, difficile da celare,tanto che gli stessi attori sembrano non credere a quel che fanno (alcune battute sembrano buttate lì senza i tempi adeguati, il succedersi degli eventi è approssimativo e a tratti raffazzonato).

Le musiche, quasi tutte originali, sono principalmente di Mina e il montaggio penalizza il cameo di Remo Remotti, riducendolo ad un frame di mezzo secondo e riprendendolo, con maggiore enfasi e doverosa attenzione nei titoli di coda, quando il 99% degli spettatori si chiede “Ma dov’era Remotti nel film, forse mi sarò distratto…”. Menzione speciale per Giovanni Esposito, l’appuntato che coadiuva il commissario interpretato dalla Finocchiaro.

Un passo comunque in avanti rispetto alle ultime pellicole, tanto che la visione, nonostante tutto, è solo consigliata (doverosa per gli amanti del trio).

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