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La banda dei Babbi Natale

Regia di Paolo Genovese vedi scheda film

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La recensione su La banda dei Babbi Natale

di hallorann
6 stelle

Udite udite! Il prossimo film di Natale sarà ad episodi, tre per l’esattezza: il primo con De Sica e Parenti in cabina di regia; il secondo con Boldi e un regista da sorteggiare; il terzo con Zalone, produce e distribuisce la “newco” cinematografica Aurelio Medusa Production. Il titolo sarà I FURBETTI DEL BOTTEGHINO, il pubblico assuefatto di Rai e Mediaset accorrerà in massa nelle multisale. La formula paghi uno vedi tre inoltre avrà una versione estesa per i formati dvd e blu-ray destinati al mercato domestico. Sì perché la consistenza dei cosiddetti cinepanettoni in genere è quella di un cortometraggio di livello medio-basso. Gli unici recidivi delle festività al cinema che ancora reggono sono il trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, saliti alla ribalta negli anni novanta con MAI DIRE GOL della Gialappa’s Band e sul grande schermo con TRE UOMINI E UNA GAMBA. L’ultima “fatica” si intitola LA BANDA DEI BABBI NATALE. Nella notte di Natale appunto Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti vestiti da Babbi Natale vengono arrestati mentre erano appesi ad una parete di una casa con l’accusa di furto con scasso etc. Durante l’interrogatorio con il commissario Angela Finocchiaro fanno svariate premesse e aprono diverse parentesi sulle loro improbabili vite. Giovanni è un veterinario che si divide tra due donne Lucia Ocone e Antonia Liskova e i suoceri pestiferi Mara Maionchi e Giorgio Colangeli. Giacomo è un medico vedovo corteggiato da una bella collega. Aldo un disoccupato con un debole per le scommesse che da quando è stato scaricato dalla compagna Silvana Fallisi (la moglie nella realtà) non ha più una fissa dimora. Come hobby sono i Charlatans, una squadra di bocce. Tra varie peripezie, gag, citazioni ed equivoci spiegheranno il motivo amorevole e in clima con il Natale per il quale erano arrampicati sulla parete…Tutto è bene quel che finisce bene? Non esattamente soprattutto per il bigamo Giovanni. Ma il finale, ovviamente buonista, resta comunque indigesto come un’abbuffata di pandoro e spumante. “I corti” (dal titolo di un loro fortunato spettacolo teatrale) sono riusciti a sfangarla e per un paio di anni potranno vivere di rendita con gli incassi ottenuti in attesa di partorire una nuova commedia. Ma quanto reggeranno? Sono una fonte esauribile o rinnovabile? Per il momento se la cavano cambiando regista e confezionando storielle al giulebbe che strappano qualche risata e numerosi sorrisi. Ligi e coerenti a schematismi e meccanismi comici collaudati con la consueta rotazione dei caratteri. Stavolta è Giacomo il serio del gruppo mentre Aldo e Giovanni se la giocano ai punti. Li dirige senza infamia e senza lode Paolo Genovese separatosi da Luca Miniero con il quale ha fatto coppia fissa prima in pubblicità e poi in un paio di commedie degne di nota più per i nomi dei produttori (l’allora moglie di Ricucci Anna Falchi e il figlio di Marcello Dell’Utri in NESSUN MESSAGGIO IN SEGRETERIA; il talk show politico Ballarò in VIAGGIO IN ITALIA-UNA FAVOLA VERA) che per i risultati. Brave tutte le partner femminili, insaporiscono il cast le partecipazioni speciali del rigattiere Massimo Popolizio, il paziente Cochi Ponzoni e l’allibratore Claudio Morganti.

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