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Dylan Dog. Il film

Regia di Kevin Munroe vedi scheda film

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La recensione su Dylan Dog. Il film

di M Valdemar
2 stelle

Allora, ci sta Groucho che sbarca dall’aereo, appena atterrato al JFK e, rivolgendosi al gruppetto di giornalisti e fotografi, lì in attesa di Dylan Dog, fa:
“Grazie! Grazie! Siete meravigliosi! Vi amo! Vi amo tutti! Siete fantastici!”
e ai primi loro sguardi attoniti, imperterrito, continua:
“Un piccolo passo per l’uomo, un grande balzo per l’umanità! Prendo possesso di questo nuovo continente da me scoperto, in nome di sua maestà la regina e soprattutto della signora Thatcher! Voi siete gli indiani? Taaanto piacere! Sono venuto a portarvi la civiltà. E vedete di non sciuparmela, perché poi me la riprendo! Oh, ma che stupido! Dimenticavo che non parlate la mia lingua! Io amico! Io padrone bianco! Voi capite? Io venire da oltre grande mare dentro pancia di uccello metallico! Tu Toro Seduto? Ti essere alzato per l’occasione?” e via delirando …
No, non è una scena del film, dato che di Groucho non c’è ombra, nemmeno dei suoi baffi. Ma questo è ormai tristemente noto. Quanto sopra è tratto da un albo del fumetto, il numero 18, “CAGLIOSTRO!” in cui Dylan e il suo impareggiabile assistente mettono piede sul suolo statunitense. Da leggere, giusto anche per farsi un’idea precisa di quale sia realmente il suo pensiero circa l’America e i suoi abitanti.
Superfluo pure stilare un elenco di quello che manca rispetto al grandioso fumetto italiano, anche perché si fa molto prima a dire quello che c’è: il completo, ma non da subito, e il nome (ma … in fondo che cos’è un nome? Quello che noi chiamiamo escremento, con qualsiasi altro nome, “profumerebbe” altrettanto fetidamente!). Tutto qua. Ma ciò che puzza inesorabilmente di putridume è la totale (e probabilmente deliberata) assenza dello spirito che anima(va) l’albo di Sclavi. Qui il protagonista, che ha le sembianze bamboleggianti e palestrate (!) di Brandon Routh, spara più colpi di pistola che in tutti i trecento numeri (e speciali) della serie!! A un certo punto, ne impugna una in ogni mano, come Milla Jovovich in Resident Evil o in decine di altri film simili, e si mette ad ammazzar vampiri a destra e a manca. In luogo dell’umorismo surreale e sbeffeggiante (ma anche sbaffeggiante) di Groucho c’è quello caciarone e prevedibile di tal Marcus, inutile e irritante. Il sospetto, forte, è che quella dei diritti troppo cari legati all’immagine del grande comico, sia solo una storiella; viene facile intuire che gli autori/produttori del film (che di Dylan Dog non hanno letto manco mezza pagina, questo è sicuro come la Morte) abbiano pensato che fosse troppo “vecchio”, inadatto al giovin pubblico che infesta le sale cinematografiche. Ahinoi!
E non è certamente sufficiente spargere qua e là astuti richiami al fumetto: il galeone che si vede all’inizio, il clarinetto, un poster dei Fratelli Marx, un vampiro antenato che si chiama Sclavi … sono solo accessori, contentini per i fan, nulla hanno a che fare con la personalità e l’agire di Dylan.
Lasciando da parte i (non) legami col fumetto, se si vuole considerare il film in sé, è operazione rapidamente svolgibile: si tratta della classica americanata, pura (e ormai satura) esibizione di azione, mostri assortiti, comicità spicciola, sparatorie e bla bla bla. Senza nessun costrutto, o senso, nemmeno una lontana parvenza. La storia poi è ridicola, riciclata, rimescolata: vampiri contro licantropi (come non ci fosse mai stato Underworld!, che, oltre a essere una produzione riuscita vantava una certa Kate Beckinsale …), un’acchiappamostri minuta e armata che vuole fare a pezzi tutti i cattivoni (chi ha pensato a Buffy merita un premio, piuttosto e anzichenò), un’antica reliquia che, se in possesso delle persone sbagliate, potrebbe causare la fine del mondo, lotte intestine ai clan, un amore perduto e mai dimenticato, eccetera eccetera.
Spiace solo vedere coinvolto un attore come Peter Stormare, “uomo d’onore” di una casata di licantropi, che sfoggia curiose guance piene (forse è solo imbolsito) come quelle “ovattate” di Marlon Brando ne Il Padrino, e ghigni famelici come Hannibal Lecter.
Un film da evitare. Un incubo. Non indagate oltre.
UAAARRRGH !

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