Espandi menu
cerca
American Life

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

Recensioni

L'autore

giancarlo visitilli

giancarlo visitilli

Iscritto dal 5 ottobre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 19
  • Post 2
  • Recensioni 452
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su American Life

di giancarlo visitilli
6 stelle

Sam Mendes e la coppia. Ci riprova il regista del bel Revolutionary Road, nuovamente con un roadmovie, non aggiungendo nulla, però, rispetto a quanto già visto, anche in altre commedie, del cui genere, il cinema abbonda, con la fuorviante e apparente ingenuità dei protagonisti, nel contesto della logora provincia americana, il tema del viaggio, i soldi che non bastano mai, ecc. Nonostante il coautore della sceneggiatura sia il talento della letteratura americana, Dave Eggers, marito della grande scrittrice Vendela Vida, la storia non è esaltante per originalità.

Burt e Verona. Quest’ultima è alle prese con una gravidanza, arrivata senza alcun programma, per cui, credendo nell’aiuto dei genitori, che dovrebbero essere più esperti in fatto di figli e non solo, la coppia farà ritorno alla casa paterna di Burt, in realtà per scoprire che i suoi sono in partenza per l'Europa e non potranno essere di supporto nel decisivo periodo successivo al parto. Questo diventa per Burt e Verona il pretesto per lasciare l’ennesima volta la città e scegliere un nuovo posto in cui stare. I due amanti, pieni di aspettative e di ottimismo, si sentono fin troppo responsabilizzati, ponendosi molte domande, facendo della logica la loro guida. Tuttavia, in questa strada che percorrono insieme, mostrano cieca fiducia nel futuro, dimostrando l’uno all’altra immaturità, inconcludenza e soprattutto sprovvedutezza.

Sebbene la vicenda di Burt e Verona assomigli a quella di un’intera generazione che oggi è tormentata dai dubbi, dal fallimento e dalla disistima personale e sociale, e lasciata in balia di se stessa, la retorica che caratterizza, soprattutto la seconda parte del film, per altro abbastanza moraleggiante, rende tutto il lavoro un prodotto in serie, sufficientemente interessante.

Non basta presentare una serie di situazioni, tanto conosciute da risultare a volte anche banali. Ci si limita a prenderne atto, attraverso una serie di episodi, che poi coincidono con le tappe del viaggio interminabile. L’idea di un’America ricca di incertezze la si comprende già dalla seconda tappa della coppia. Quindi, che senso ha più di mezz’ora di film che non aggiunge altro alla storia?

In genere, nelle commedie ci sono sempre un paio di battute che rimangono nella memoria. Qui, al di la di quella sul passeggino, veramente memorabile (“Ci hanno comprato un passeggino” “Che c’è di sbagliato in un passeggino?” “Io amo i miei bambini: perché dovrei spingerli lontano da me?”) non rimane nient’altro. Se non la responsabilità di un bravo regista, di tantissimi eccellenti attori, su tutti lo stralunato John Krasinski, ma di revolutionary, nemmeno la road.

Giancarlo Visitilli

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati