Espandi menu
cerca
American Life

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

Recensioni

L'autore

lao

lao

Iscritto dal 16 febbraio 2005 Vai al suo profilo
  • Seguaci 19
  • Post -
  • Recensioni 313
  • Playlist 11
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su American Life

di lao
6 stelle

L’inglese Sam Mendes, dopo aver frugato nelle discariche morali ed affettive della presunta famiglia statunitense tipo in “American Beauty”, si chiede se nel medesimo Paese possa ancora esistere una famiglia sana nella quale essere autenticamente genitori e figli. La risposta è l’ottimismo, nonostante tutto, di Verona( Maya Rudolph) e Burt ( John Krasinski), una coppia innamorata di  trentaquattrenni, non sposati, senza una vera casa, falliti nel senso di  privi di un’ identità pubblica  ben definita, che vanno alla ricerca, convinti di poterlo trovare,  del luogo ideale dove far nascere il proprio bambino e  mettere infine radici.  Il loro viaggio sfiora varie tappe in diverse città  e dà loro modo di confrontarsi con il tasso elevatissimo di superficialità, volgarità e noia esistenziale della maggior parte dei cosiddetti integrati, uno sgraziato campionario scaturito dal cuore profondo dell’America: la schietta fiducia nel buon senso dei sentimenti puri li salva dalla sguaiato ed egocentrico universo di padri e madri in fuga, depressi o stravaganti.  La conquista della felicità passa dunque attraverso il pacifico chiamarsi fuori dalla comunità sociale: l’integrità dei neo genitori per vocazione si accontenterà di  trovare  la via per  un’idilliaca casetta in riva al mare, tenere fuori dalla porta ombre e rumori del mondo e non guastare l’ubi consistam selvaggio rendendone rigogliosi gli alberi infecondi con l’appendere ai rami la frutta comprata al supermercato.  Eppure il dubbio allo spettatore smaliziato-chi ad esempio è rimasto folgorato dal film estremo di Sean Penn “Into the Wild- viene: vivranno felici ed indisturbati lì la lieta favola?  “Away we go” in realtà più che restituire le mille facce di una realtà complicata  rende vivi e credibili, grazie agli interpreti e a una sceneggiatura priva di retorica, alcuni stereotipi dell’enciclopedia tribale a stelle e strisce: Burt dice  di volere per il nascituro l’infanzia raccontata da Mark Twain nelle “Avventure di Hucleberry Finn”, Verona sostiene di averla avuta una fanciullezza simile, e gli spazi aperti ed incontaminati di un paesaggio naturale li attendono dopo l’Odissea urbana.

  L’umanità ritratta nella filmografia di Mendes si arrocca, lasciandosene imprigionare, su clichè ed immagini convenzionali e da questo punto di vista “American life”, per citare il titolo italiano, rappresenta il polo positivo di “American Beauty” o di “ Rivolutionary Road”: l’utopia distrae la distopia ma non la sopprime. mio blog: http://spettatore.ilcannocchiale.it

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati