Regia di Drew Dowdle, John Erick Dowdle vedi scheda film
Omaggio dichiarato a Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie, da un soggetto di M.N. Shyamalan che fortunatamente firma solo la bozza e non ci mette troppo le zampe; l’ambientazione-feticcio della suggestiva Philadelphia invece, permane, praticamente nella sola (bella) sequenza di apertura, tanto basta.
Raro caso in cui il rendering su carta e l’aspetto ludico prevalgono (e mettono una pezza) sulla messa in scena, in ogni caso mai totalmente malvagia, anzi. Cinque sconosciuti si ritrovano bloccati, apparentemente per caso, all’interno dell’ascensore numero 6 di un grattacielo: tra di loro si nasconde il Diavolo incarnato. Allo spettatore la soluzione dell’enigma.
La scarsa caratterizzazione dei cinque fa parte delle regole del gioco, in realtà ben impostato, senza macroscopiche voragini nello script, difficile chiedere la perfezione in questo senso; al contempo toglie parte del gusto ad una pellicola che avrebbe dato il meglio di se (in mani giuste, l’idea poteva essere superlativa) inquadrata in un format diverso, la miniserie su tutti.
Urticanti il salvifico protagonista, tagliato con l’accetta e insipido, il guardiano-narratore-sciamano/veggente di scuola cattolica messicana ed il finale -proprio il finale, non il plot twist- degno della peggiore tradizione didattica statunitense.
Spoiler Alert:
Anche il demonio, fulvo e cherubiniforme, riprende il modello estetico e morale della fiaba popolare à la Charles Nodier. La durata ricalca il racconto breve e, a tenere in piedi la baracca è proprio l’inattaccabile ossatura di stampo favolistico europeo, altro che centroamericano, come vogliono darci a bere.
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