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Cold Fish

Regia di Shion Sono vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Cold Fish

di AndreaVenuti
8 stelle

Cold Fish è un film giapponese del 2010, scritto e diretto da Sono Sion.

L'opera è stata presentata alla 67° Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti.

 

Sinossi: Nobuyuki Shamoto è propietario di un piccolo negozio di acquari gestito insieme a sua moglie Taeko. La coppia non è molto affiatata inoltre il rapporto tra Taeko e Mitsuko (figlia di Nobuyuki, avuta da una relazione precedente) è pessimo.

I tre un giorno incontrano casulalmente il disponibile Murata, anche lui nel settore "acquatico" ma con molta più fortuna, tuttavia non sanno che dietro la maschera del buon imprenditore si nasconde un letale assassino...

locandina

Cold Fish (2010): locandina

Cold Fish, prodotto dalla Sushi Typhoon (un etichetta della Nikkatsu che si è promessa di operare una piccola rivoluzione nel mondo della produzione giapponese affidandosi ad autori innovativi e fuori dagli schemi proprio come Sono Sion), è l'ennesimo lavoro interessante realizzato da uno degli autori più prolifici ed innovativi del moderno cinema giapponese.

Sono Sion per prima cosa trae spunto da un vero fatto di cronaca poichè il suo cinema per quanto possa essere furente ed intemperante, si pone sempre come obiettivo primario quello di studiare e anatomizzare le varie storture della società attuale.

 

Cold Fish, come sempre capita nei film di Sono Sion, è un'opera complessa e stratifica che si serve intelligentemente di vari generi cinematografici per mostrarci un'umanità allo sbaraglio, forse destinata all'oblio.

Si parte con l'ormai classico tema della famiglia disfunzionale (argomento cardine della poetica di Sono Sion) per poi prendere le strade di un thriller pacato fino ad inanellarsi sui binari dell'horror brutale e grottesco dove tra l'altro trova posto pure il genere dell'ero-guru (erotico grottesco).

Sion lavora moltissimo e bene sui vari personaggi, pensiamo ad esempio a Nobuyuki Shamoto; il tipico giapponese sottomesso, pronto a scusarsi per tutto ma non in grado di assumersi le sue responsabilità.

Nobuyuki è un uomo abbastanza frustrato che vorrebbe vivere una vita felice con la sua famiglia ma non riesce ad interagire con loro. Il suo rapporto con la figlia è pessimo anzi quest'ultima lo odia per essersi risposato e la situazione non migliora con la sua seconda moglie (Taeko) che si sente prigioniera di un contesto che non le appartiene. 

Nobuyuki a tratti è un automa che esegue gli ordini di coloro che reputa più forti ma questo attegiamento servile, è autodistruttivo e lo porterà alla follia più totale.

 

Per Sono Sion è fondamentale ribellarsi ad un sistema opprimente e totalitario altrimenti si rischia di diventare come Nobuyuki; e dato che la violenza, secondo il regista, è un qualcosa di intrinseco nell'uomo una volta giunti al massimo limite di sopportazione si esplode con conseguenze devastanti.

 

Interessante è anche la caratterizzazione di Murata; inizialmente viene presentato come imprenditore dedito non tanto al guadagno ma al benessere dei suoi dipendenti ma in realtà è solo una maschera in quanto Murata è uno spietato affarista e subdolo manipolatore oltre che brutale assassino (a tal proposito si accenna ad un suo passato burrascoso, inerente sempre a legami famigliari nulli e dannosi).

Murata è l'espressione, ovviamente portata all'eccesso, del capitalista senza scrupoli pronto a sbarazzarsi di chiunque non sia utile alla sua causa, il tutto con la più totale indifferenza e disprezzo per la vità altrui; ormai il capitalismo feroce ha condotto alla più totale disumanizzazione.

Come scritto in precedenza il film è denso di contenuti, oltre al tema della famiglia disfunzionale il regista ci propone il ritratto di diverse solitudini estreme, personaggi alla deriva oppressi dalla loro vita; soggetti che molte volte vedono nel sesso estremo, alto aspetto cardine del film, una sorta di via di fuga ad un presente anomalo e deviante; dunque il regista ci propone aberranti sequenze dove abuso e violenza sono messi in primo piano senza pietà ma l'aspetto sconcertante è il piacere provato dalle vittime. Sesso inteso quindi come liberazione dalle pesanti imposizioni della società e vita privata.

 

Nel film, anche se in maniera velata, troviamo un altro aspetto interessante già visto in altre olpere dell'autore (pensiamo a Love exposure//www.filmtv.it/film/43271/love-exposure/recensioni/924621/#rfr:none) ossia la religione, in qualche modo associata ad un gesto orribile come l'accultamento di un cadavere; infatti Murata porta le sue vittime in una sorta di santuario abbandonato e da li inzia a smembrarle. Sion in questi frangenti più volte ricorre a dei dettagli su diversi simboli religiosi dalla Vergine Maria fino ad arrivare al Cristo in Croce, scene molto simboliche e allegoriche.

 

Inoltre Cold Fish per quanto sia atipico ed originale, rimane comunque un film di genere in grado di sorprendere gli amanti dell'horror; gli omicidi sono glaciali ed il tutto risulterà molto disturbante per l'indifferenza e la brutalità con cui vengono perpetuti.

Nel corso del film il regista ricorre anche ad alcuni elementi tipici del thriller, con una tensione sempre presente.

Se proprio voglamo essere critici solo nella parte centrale l'opera risulta leggermente prolissa, e si poteva accorciare di qualche minuto ma sono quisquilie.

A questo punto è doveroso spendere due righe sulla regia di Sono Sion, regista estremamente dotato in grado di far comunicare ampiemente la sua messa in scena optando molte volte per soluzioni incredibilmente originali come confermato dall'incipit del film:

l'oprea si apre in medias res con Taeko al supermercato, tuttavia la sequenza è montata come se fossimo di fronte ad un film di Takashi Miike, con un montaggio convulso e frenetico unito ad una musica tambureggiante.

Nella sequenza successiva invece il regista abbandona le inquadrature ravvicinate e frenetiche, mostrandoci un campo totale con macchina d apresa fissa con la famiglia Shamoto riunita a tavola a mangiare, peccato che sembrano tre sconosciuti.

 

Poco dopo l'inizio Sion ci regala anche un'immagine che amplifica la condizione di sofferenza di Taeko: macchina da pressa fissa che ci mostra in campo medio Taeko sola, fumarsi una sigaretta sotto una pioggia incessante; lo sguardo della donna è assente, Taeko è completamente alineata ed apatica.

 

Nel corso dell'opera inoltre il regista ricorre alla macchina a mano, in particolare modo quando iniziano le operazioni inerenti alla sparizione di un cadavere; macchina mano che ci traporta dentro una situazione malata e terrificante.

Interessante è anche l'utilizzo del montaggio alternato dove sesso e sofferenza vanno di pari passo (mi riferisco alla scena in cui la moglie di Murata tradisce il marito con il suo socio in affari, il tutto alternato ad alcune inquadrature di Nobuyuki traumatizzato per ciò che sta vivendo).

Cold Fish è un horror drammatico e terrificante, ulteriore tassello di una filmografia ricca e stratificata come quella di Sono Sion

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