Regia di John Turturro vedi scheda film
Quando si parla di musica napoletana, non ci si riferisce mai soltanto ad una forma d'arte, ma ad un modo di esprimersi di un intero popolo, quello di Napoli, che ha saputo imporsi in larga parte del mondo, come quasi nessun'altra città ha saputo fare (forse con la sola eccezione di New Orleans).
John Turturro, passaporto americano, ma cuore che batte il tempo dell'Italia meridionale, rende bene, ad uso dei propri connazionali, l'idea di cosa significhi la musica napoletana e di come spesso, nel luogo comune, si perda il senso d'ironia che pervade anche la più patetica delle sceneggiate.
Va detto anche che, purtroppo, non tutte le frazioni di cui si compone questo affresco in forma di documentario sono ugualmente riuscite (sa di cavolo a merenda, per esempio, la messinscena di Malafemmena da parte dei pur bravi Massimo Ranieri e Lina Sastri), ma qua e là si coglie l'originalità di una proposta musicale antica ma che riesce di continuo a rinnovarsi, sebbene lo faccia, talvolta, sotto forme a dir poco discutibili, nelle premesse e negli esiti artistici: mi riferisco agli insopportabili neomelodici che Turturro preferisce giustamente ignorare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta