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Miami Supercops - I poliziotti dell'8ª strada

Regia di Bruno Corbucci vedi scheda film

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La recensione su Miami Supercops - I poliziotti dell'8ª strada

di genoano
6 stelle

Bud e Terence di nuovo in uniforme a Miami, 8 anni dopo il mitico "I due superpiedi quasi piatti"; stavolta però ripongono la comicità pura, depotenziano il loro armamentario di gags, battute e scazzottate, e tentano la via più "seria" del poliziesco con venature comiche. Ma una sceneggiatura troppo piatta azzoppa i due superpiedi. Voto 5 e mezzo.

Le previsioni cinemetereologiche del 1985 annunciavano un fragoroso ma innocuo uragano di risate e sganassoni in arrivo sulle coste della Florida e nelle sale cinematografiche di mezzo mondo, ma l'uragano denominato "Miami supercops" ha perso forza comica e velocità già in fase di sceneggiatura, ed è stato declassato a tempesta tropicale, tutt'al più. All'inizio del film il personaggio di Terence lamenta un inceppo nel meccanismo della pistola d'ordinanza : un'allusione al fatto che i film del duo, dopo tanti anni di successi, non incassavano più come una volta? L'armaiolo gli dice che ritiene di poter risolvere il problema cambiando la molla che fa scattare il congegno dell'arma, così come lo sceneggiatore Vincenzoni può aver pensato che, per rilanciarli, bisognava cambiare qualcosa nella formula usuale: magari ispirarsi un po' a "Beverly Hills cop" con Eddie Murphy (anche se il risultato finale, logicamente, assomiglia più a un film di "Piedone", il cui soggetto era peraltro dello stesso Vincenzoni). Ma la molla non scatta, e i nostri eroi vengono impegnati in una detection non molto avvincente, ravvivata troppo di rado da qualche trovata briosa (come l'equivoco che nasce da una tragedia "canina" o le inopportune e improvvise "ronfate" a cui è soggetto il personaggio di Bud). Se si guarda con attenzione la scena dell'inseguimento automobilistico per le strade di Miami si può vedere che nei sedili dei passeggeri non si trovano comparse ma bensì grossi e grossolani pupazzi che vengono sbatacchiati buffamente dalla forza centrifuga nel corso delle spericolate evoluzioni degli stunt men al volante. Ma ci sono anche tanti aspetti positivi : i fratelli La Bionda firmano un'altra colonna sonora formidabile dopo quella di "Chi trova un amico trova un tesoro"; pure il finale del film è azzeccatissimo, e conclude idealmente, nel segno dell'amicizia e della soddisfazione per quanto fatto nel corso degli anni, la bella avventura cinematografica del duo, un bel gioco che è durato molto. Qui cala il sipario : "Botte di Natale" del 1994, più che un film della serie in tutto e per tutto, è una chiamata al proscenio per un ultimo saluto. 

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