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La versione di Barney

Regia di Richard J. Lewis vedi scheda film

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La recensione su La versione di Barney

di supadany
8 stelle

Da un’operazione ardita come quella di elaborare un film dallo stupefacente romanzo di Modercai Richler, non sapevo cosa aspettarmi, i rischi erano tanti e le possibilità di fare un tonfo clamoroso, e quindi passare davanti allo schermo due ore deludenti, elavate, ma per fortuna la trasposizione in oggetto, pur offrendo sensazioni un po’ “alleggerite” (il che comunque in parte era necessario per rendere il tutto filmabile ed usufruibile) è un prodotto di ottima presa che scandaglia vagonate di temi in un processo narrativo ricco di risvolti e di aspetti estremamente interessanti, proposti peraltro con un equilibrio estremamente soddisfacente.

La vita di Barney Panofsky (Paul Giamatti) è un continuo bivio, soprattutto tre donne contraddistinguono in maniera diversa le diverse pagine della sua esistenza.

Con Clara (Rachelle Lefreve) si trova incastrato, ma non ha nemmeno il tempo di assaporare il significato della parola unione che per cause di forza maggiore è già tutto finito.

Con Mrs. P. (Minnie Driver), la famiglia di lei risulta fin da subito uno scoglio contro cui cozzare, e per giunta  al suo matrimonio scatta in lui il colpo di fulmine per Miriam Grant (Rosamund Pike), per la quale è fin da subito disposto a tutto da vero folle qual’è.

Così dopo il divorzio comincia con lei una lunga vita, costruisce una famiglia, mentre un mistero irrisolto, la morte del suo amico Boogie (Scott Speedman), rimane sempre nel limbo e col tempo sarà in grado di mettere nuovamente tutto in discussione per una sbandata improvvisa.

Cinematograficamente parlando il lavoro svolto da Richard J. Lewis regala parecchie soddisfazioni con una storia ben orchestrata, registri narrativi che si susseguono e con emozioni diverse che prendono campo subentrando ad altre senza creare subbuglio.

Così, ad un primo periodo di indecisioni e vita dissoluta (con ubriacature moleste e gag irriverenti soprattutto ad opera del poco accademico padre), ne segue un altro di profondo innamoramento, la più semplice ed inebriante delle storie d’amore e per finire si chiude col più classico termine del ciclo della vita, ovvero una malattia che si porta via tutto (ma non il ricordo degli altri).

Due ore (che quasi ci scappano via) ben redatte, certo non esenti da difetti, alcuni periodi sono un po’ dilungati, altri probabilmente un po’ troppo ristretti, ma alla fine quanto proposto racchiude un po’ tutto quanto possa far parte della vita, ovvero l’amore più profondo, la morte più crudele, i rapporti infrangibili di sangue (strepitosi i duetti tra Paul Giamatti e Dustin Hoffman), l’amicizia sregolata, il rancore, il tradimento più ingenuo, il pentimento più sincero, insomma di tutto un po’.

Ed anche la confezione risulta curata, per quanto non eclatante (ma basterebbe già la prima passeggiata insieme di Barney e Miriam per avere uno squarcio di notevole qualità), certo è che un regista più navigato, e magari più coraggioso, avrebbe potuto aggiungere il quid necessario per poter parlare in termini ancora più entusiastici di questo film.

Poco male anche perché il cast invece è semplicemente sopraffino, Paul Giamatti è oltremodo abile in un ruolo totale (in forma come non lo vedevo dai tempi di “Sideways”), Dustin Hoffman è folkloristico e caratteristico (la sua interpretazione migliore degli ultimi anni), la Driver è acida quanto occorre (ed è un piacere rivederla), mentre la Pike è qui nel ruolo della vita, bellissima, dolcissima, semplicemente perfetta, la donna che tutti vorrebbero incontrare.

Insomma il film ha tanto da mostrare e per quanto non sia esente da critiche (ad esempio per i più rigorosi delle trasposizioni) riempie, soddisfa, e lascia parecchio addosso.

Quando il cinema è universale.

Su Richard J. Lewis

Buon lavoro, probabilmente è stato un pò morbito, ma il racconto scorre bene e sa sottolineare i momenti che contano (il più il testo che porta su celluloide era quasi impossibile da decifrare).

Su Dustin Hoffman

Si deve essere divertito un sacco.
Folkloristico.

Su Minnie Driver

Rende acidissimo il suo personaggio.
Rediviva.

Su Bruce Greenwood

Ci mette charme e sicurezza.
Soddisfacente.

Su Rachelle Lefevre

Piuttusto efficace.

Su Scott Speedman

Meglio del solito, più ch altro raramente si è ritrovato in contesti del genere.

Su Saul Rubinek

Volto giusto nel posto giusto.
Scampoli azzecati.

Su Mark Addy

Sa il fatto suo.

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