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La mia signora

Regia di Tinto Brass, Luigi Comencini, Mauro Bolognini vedi scheda film

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La recensione su La mia signora

di Furetto60
6 stelle

Discreta commedia di costume, a episodi, vanta firme illustri e la recitazione eccellente di due mostri sacri come Sordi e Mangano, tuttavia si mantiene in superfice.

La mia signora” si compone di cinque episodi tutti recitati, splendidamente da Alberto Sordi e Silvana Mangano. “L’uccellino”, diretto da Tinto Brass, è poco più di una barzelletta figurata, un uomo escogita un ingegnoso piano per sopprimere impunito, l’odiato uccellino della moglie, che però insiste, sostituendolo sempre, fino a quando il marito risolve la questione sparando alla moglie .“Eritrea”, girato da Luigi Comencini, è l’episodio più articolato. Un ambizioso ingegnere tale Bartoletti, vede bloccati i suoi lavori edilizi abusivi ,ovvero la costruzione di un complesso alberghiero al posto di un parco, da un pignolo onorevole, che convinto ecologista, non vuole concedere il permesso a edificare, braccato dal tenace palazzinaro perfino sul suo yacht, non sembra disposto a cedere.Tuttavia si ammorbidisce, allorquando vede una donna avvenente, che per un malinteso, scambia per la di lui moglie, ma che in realtà fa il mestiere più antico del mondo, a questo punto, Bartoletti intuendo la “debolezza” dell‘onorevole, d’intesa con la signora dai facili costumi, recita fino in fondo,il ruolo del marito cornuto ma contento, peraltro all’inizio non capendo bene il da farsi, la peripatetica, schiaffeggia il deputato che si permette di fare “avance”, pensando di fare cosa gradita al Bartoletti, poi rinsavita dal colloquio con il disperato costruttore, che cinicamente le rammenta la sua professione e l’illumina sul suo ruolo, torna sui suoi passi e fa il suo dovere, cosi l’ingegnere otterrà la licenza agognata, mentre Eritrea troverà la sua dimensione, facendo poi coppia con un ricco signore “I miei cari”, diretto da Mauro Bolognini, ispirato ad racconto letterario di Goffredo Parise. È poco più di una scenetta breve, un marito si ammala e finisce in ospedale, i suoi cari, invece di preoccuparsi per la sua salute, lo rimproverano duramente, per essersi cosi sottratto alle sue responsabilità di marito e di padre. Poi “Luciana”, di Mauro Bolognini, forse il più riuscito, racconta dell’incontro fortuito di due anime tormentate, un uomo vessato da una moglie autoritaria e potente e  una giovane donna anche lei infelicemente sposata, con uomo ricco vecchio e geloso, che controlla tutti i suoi movimenti, si conoscono in aereoporto, finiscono a letto, sperando che il velivolo in cui viaggiano i rispettivi coniugi, che si trova in momentanea avaria, precipiti, ma la sorte non sarà loro di aiuto, l’aereo, dopo un lungo peregrinare, riesce finalmente ad atterrare anche senza carrello e i due riprenderanno le loro patetiche vite “L’automobile”, diretto da Tinto Brass,è poco più di uno sketch: un signore entra in commissariato accompagnato dalla moglie, la quale per ricostruire la dinamica del furto racconta con candore il suo adulterio agli esterrefatti agenti, mentre il marito si accanisce contro di lei, solo perché presa dalle sue cose, ha trascurato la sua Jaguar che quindi è stata rubata, quando la ritrova va in visibilio, mentre la moglie gli assesta un bel ganascione. "fil rouge" che accomuna le storie, è il conflitto tra i sessi. Per quanto siano eccellenti le prove attoriali di Sordi e Magano, che dimostrano grande affiatamento artistico e in coppia fanno veramente faville, questa commedia di costume, nella formula ad episodi, molto in voga e anche abusata, negli anni sessanta, al di là degli intenti ambiziosi,legati alla partecipazione di illustri registi impegnati, mostra qualche debolezza in fase di scrittura e la satira resta abbozzata e in superfice, poco incisiva e caustica. Tuttavia, nel complesso, anche se non graffia più di tanto, è un film tutto sommato piacevole, che si rivede volentieri.

 

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