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Hereafter

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Hereafter

di pazuzu
4 stelle

Varcata la soglia degli ottant'anni e probabilmente intimorito dall'approssimarsi inesorabile dell'appuntamento con la Nera Signora, Eastwood getta uno sguardo sull'aldilà, ma senza porsi domande, proponendo semmai la sua risposta: l'aldilà esiste eccome, senza se e senza ma, anzi può anche influire sugli eventi della vita terrena. L'effettività della dimensione ultraterrena non è quindi la materia del contendere, quanto piuttosto il concetto alla base dei 129 farraginosi minuti di Hereafter. Ma anche, e soprattutto, la sua zavorra.
Hereafter racconta tre storie accomunate (ovviamente) dal tema della vita dopo la morte.
Marie (Cécile de France) è una giornalista francese scomoda e impegnata, titolare di un programma televisivo di approfondimento politico e con in cantiere un libro su Mitterrand, che ha la sfortuna di trovarsi in Thailandia il 26 dicembre 2004, il giorno dello tsunami: sballottata a destra e a manca dall'onda anomala, perde i sensi, percepisce qualche presenza, poi si sveglia convinta di esser stata dall'altra parte, tanto che, ormai ossessionata dal pensiero, trasforma il libro su Mitterand in un libro sull'aldilà.
Marcus (Frankie e George McLaren) è un ragazzino timido e introverso che in poco tempo ha perso tutto ciò che aveva: prima il gemello James, suo unico vero punto di riferimento, travolto per strada da un furgone, poi la madre Jackie, alcolizzata e tossicomane, dalla quale lo separano gli assistenti sociali; non rassegnato alla dipartita del fratello (che nel frattempo continua a vegliare su di lui attraverso un salvifico berretto), inizia a girovagare alla ricerca disperata di qualcuno che lo aiuti a ristabilire un contatto.
George (Matt Damon), invece, è un operaio che da bambino ha superato un'encefalomielite ma non il suo bizzarro effetto collaterale: la capacità di comunicare con i defunti; da allora ogni volta che sfiora la mano di qualcuno ne vede vita morte e soprattutto miracoli dei cari estinti, che gli forniscono informazioni con dovizia di particolari distribuendo perle di saggezza alla bisogna; stanco della vita da sensitivo, decide di cominciarne una normale.
Il plot di Hereafter è astruso ed inconcludente. E a nulla serve illudersi che l'autore di capolavori come Mystic River o Million Dollar Baby abbia a portata di mano il colpo di coda, il lampo di genio che mette tutti d'accordo. Perché non solo non ve n'è traccia, ma nemmeno l'avvisaglia.
Hereafter
è un film immobile e sbagliato cui manca la capacità di essere credibile o quantomeno evocativo.
Hereafter sull'aldilà propone un suo punto di vista, ma lo porta avanti fino ai titoli di coda in maniera piatta, blanda e per nulla incisiva, senza convinzione, ottenendo un risultato bidimensionale privo della profondità necessaria a lasciare il segno, a bucare lo schermo.
Hereafter
affonda in una sorta di spiritualismo agnostico che oscilla tra l'anonimo e il superficiale, che non affascina e nemmeno inquieta: il suo regno dei morti resta avulso dal resto, non riesce ad integrarsi e a diventare parte del tutto, mentre quello dei vivi ne finisce comunque svuotato, schiacciato, eclissato, annichilito.
Hereafter
è un film freddo e contratto, carente dal punto di vista drammaturgico, che si specchia nella sua struttura e patisce una messinscena timida ed un respiro corto.
Hereafter vorrebbe parlare di perdita e di dolore, di paura della morte e di elaborazione del lutto, ma li annacqua in una storia arzigogolata e poco interessante che regge meno di un'ora per poi naufragare inesorabilmente. Perché lo sviluppo è frettoloso mentre il ritmo langue, perché i tre racconti progrediscono senza costrutto e non decollano mai, perché alcune scene sono superflue o telefonate, perché il finale voluto dal Destino non emoziona, è forzato artefatto stucchevole e semplicistico oltre che scontato, e perché alla fin fine ad emergere sono solo quel paio di sequenze a cui Eastwood è riuscito ad imprimere un po' della forza espressiva che gli è propria (la potente ricostruzione computerizzata dello tsunami che apre il film, e la drammatica seduta in cui George, incalzato, spiattella a Melanie, ragazza conosciuta al corso di cucina italiana, quello che ha "visto" del suo passato, sconvolgendola).
Hereafter è un film veramente brutto. E leggerci su la firma di Clint Eastwood fa male al cuore.

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