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Vallanzasca. Gli angeli del male

Regia di Michele Placido vedi scheda film

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La recensione su Vallanzasca. Gli angeli del male

di leporello
2 stelle

Altro che Vallanzasca, qui si tratta di ben altri banditi…. E lo scandalo dove sarebbe?? Aver eroicizzato Vallanzasca? Tutta qua la pippetta, ad uso e consumo dei drogati di finte contrapposizioni cultural-politichesi? Ma davvero ci è toccato dover sentire Placido difendersi (ma da che?!?!?) citando sarcastico  gli incassi al botteghino del film leghista su Barbarossa???? Siamo all’Armagheddon del cinema, allora, e non solo di quello, com’è noto….

Bandita sia la Warner Bros., piuttosto (suo il logo che campeggia su questa pellicola)  e tutto l’establishment che ci sta intorno (le Multi-Fox italo-americane, gli Sky, tutte le padelle appese ai balconi per ricevere le pisciate provenienti da ogni cosmo), bandito sia chi trova il coraggio di dare a Kim Rossi Stewart l’aggettivazione di “attore” (Grande! Immenso! E’ lui tutto il film!!), un pupazzetto dagli occhi belli che non ha fatto pena giusto in “Senza Pelle” dove faceva la parte del pazzo e ne “I Giardini dell’Eden” dove è stato graziato da Gesù Cristo che gli ha prestato i panni , e che per il resto, in questo film più che altrove, più non è di un discreto (e nemmeno troppo) attore non-professionista (ne è piena l’Italia, ma tant’è….).  
Il bandito è Michele Placido, altrochè! Banditesca è l’azione di chi associa un nome a una garanzia, e non gliene frega niente se sulla confezione che racchiudeva la mozzarella blu ci sta scritto “Galbani”, perché Galbani vuol dire fiducia,  quindi se Placido fa un film, fa un bel film sulla fiducia e stop. Tipo Clint Eastwood, tanto per capirci. Poco importa una sceneggiatura acquosa, una caratterizzazione a dir poco infantile (diomio! Turatello quella specie di Cugino di Campagna lì???), il massacro di bravi attori come Filippo Timi, costretto ad ammiccamenti grotteschi ed umilianti per uno come lui (lui, che con Nicola Acunzi, quello bassetto col cespuglio da Napo Orso Capo parevano due Muppets), per non parlare e scendere nell’intimo del sottoscritto, che questo film ha scelto suo malgrado di pagare giusto per godersi un po’ la Solarino, salvo scoprirla  acconciata a mo’ di Pianeta delle Scimmie per due terzi del tempo e poi presto abbandonata giusto appena tornata caruccia (salviamo Placido almeno per quei 12 secondi di capezzoli della Valeria, va, unico e solo vero pregio del film….  Bandito!)
Cosa, mi domando,  cosa può piacere di questo film?? A me, deprivato (depravato?)  della Solarino, è piaciuta giusto  l’Alfetta bianca, che ce l’aveva pure il mio babbo (lui verde, però). Le musiche dei Negramaro?? Ancora?? Sempre quel 45 giri lì dai tempi degli esordi (oddio, ho detto 45 giri..Si capirà che son vecchio? O s’era capito già dall’Alfetta??). E non era più autoriale allora una colonna sonora che facesse riferimento a quegli anni? Macchè. Fiducia, mi raccomando, fiducia….

Una spolverata di festival, quattro interviste in croce nel TGGiusto, il regista serioso a braccia conserte che disserta rigorosamente mirando un punto a caso poco lontano dalle scarpette della nostra inviata mentre cazzeggia su Barbarossa…. ecco fatto.  Cinema “dessè”.

Urge un Armagheddon come si deve.

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