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Noi credevamo

Regia di Mario Martone vedi scheda film

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daniele64

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La recensione su Noi credevamo

di daniele64
6 stelle

Più pensiero che azione ....

Una personale descrizione dei moti del nostro Risorgimento , visti attraverso gli occhi di alcuni personaggi di fantasia ( ma identificabili con alcune figure reali , anche se di secondo piano ) , protagonisti o comparse dei fatti storici dell' epoca .  L'originalità dell' opera sta forse proprio nel fatto che gli avvenimenti narrati siano storie diciamo " minori " del Risorgimento , fatti che , quando va bene , occupano due righe nei testi scolastici odierni .  L'  arco temporale della narrazione  è piuttosto ampio e parte dalla sanguinaria esecuzione dei fratelli Capozzoli , briganti protopatriottici , del 1829 ed arriva sino all' unità d' Italia del 1870 . Tutto ciò , passando attraverso i moti in Savoia del 1834 , le repressioni borboniche post 1848 , l' attentato a Napoleone III del 1858 e l' episodio d' Aspromonte del 1862  . Come già detto , viene dato maggior risalto a personaggi secondari ( come Gallenga , Poerio , Orsini o Castromediano ) , che interagiscono con i protagonisti , mentre i nomi più celebri e celebrati dell' epoca ( come Garibaldi , Cavour e Vittorio Emanuele II ) sono a malapena citati . Gli unici " big " che godono di un po' di visibilità , sono Giuseppe Mazzini , dipinto come un tormentatissimo cospiratore , Cristina di Belgioioso , misconosciuta passionaria della causa italiana , e Francesco Crispi , ritratto come un arrivista voltagabbana . Poi c' è un apparente contrasto che non ho compreso bene : per sottolineare il " verismo " del film , i personaggi parlano quasi sempre nel loro linguaggio dell' epoca ( spesso in dialetto campano semi-incomprensibile ! ) ma poi allora perchè la regia inquadra esplicitamente alcuni palesi " anacronismi  "( come le scale di ferro imbullonato della prigione o la struttura in cemento armato ) ? 'Sta storia dei simbolismi infilati dentro ai film è una questione che io non ho mai apprezzato molto , anche perchè sono convinto che metà delle persone che hanno visto la pellicola o non hanno compreso cosa significavano oppure , addirittura , non se ne sono neppure accorti .... Da un regista come Martone non mi potevo certo aspettare una di quelle fiction agiografiche in stile RAI 1 , e molto probabilmente è vero che per tanti decenni il Risorgimento , con il suo alone romantico , è stato enfatizzato e mitizzato fin troppo . Però è arcinoto che non è  mai stato un movimento veramente " popolare " , semmai era " borghese " , ed aveva diverse anime . Purtroppo quella repubblicana , esplicitata in questo film , non ha avuto abbastanza forza per imporsi e così alla fine ha prevalso quella monarchica ( più ricca e meno preoccupante per lo status quo europeo ) e l' unità d' Italia è stata portata a termine sotto la tranquillizzante ( ma sciagurata ) egida di Casa Savoia . Molto efficace il cast , dove si apprezzano gli attori con esperienza teatrale , quali Luigi Lo Cascio , Francesca Inaudi , Valerio Binasco , Toni Servillo e Luca Zingaretti  , e decisamente ben fatti i costumi e le scenografie . Apprezzabile anche la scelta di utilizzare musica classica dell' epoca come colonna sonora . Pellicola teoretica , pesantuccia e poco avvincente , per la mancanza di epicità , ma che senz' altro merita la sufficienza abbondante : 6,5 .

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