Espandi menu
cerca
Beyond

Regia di Pernilla August vedi scheda film

Recensioni

L'autore

giancarlo visitilli

giancarlo visitilli

Iscritto dal 5 ottobre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 19
  • Post 2
  • Recensioni 452
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Beyond

di giancarlo visitilli
8 stelle

La rimozione. E’ immaginabile come la risacca, che porta a riva, ma per riportarsi nel fondo del mare quanto è emerso solo per un po’. Accade nella vita di noi tutti. Le alghe, i sassolini, la ghiaia, gli avanzi… sono i ricordi.

Quale autrice migliore avrebbe potuto raccontare tutto ciò, se non Pernilla August, una scoperta di Ingmar Bergman, che la volle tra gli interpeti di Fanny e Alexander (1982), film a cui Beyond si richiama? La stessa che, dieci anni dopo, ha vinto il premio per l’interpretazione al Festival di Cannes per Con le migliori intenzioni di Bille August, che è stato anche il suo secondo marito.

Beyond è uno straordinario film, liberamente tratto dal bestseller “Svinalängorna”, dell'autrice svedese-finlandese Susanna Alakoski. Lo avevano compreso bene quelli della Settimana della Critica, nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia 2010, avendo vinto come Miglior Film della Sezione. Beyond é l’esordio dietro la macchina da presa di Pernilla August.

La storia è quella di una famiglia svedese. Felice e durante la mattina del giorno di Santa Lucia. All’improvviso la giovane madre, Leena, riceve una telefonata che la informa che sua madre è ricoverata in gravissime condizioni. Contro la sua volontà, il marito decide di portarla, insieme alle due figlie ancora piccole, a trovare la donna. Per Leena è anche l’inizio di un doloroso viaggio interiore che la costringe a rievocare un passato cancellato con una forza di volontà impressionante. I genitori, due emigrati finlandesi che non si sono mai veramente sentiti a casa propria in Svezia, vivevano tra abuso di alcol e litigi violenti una passione devastante e cieca, mentre Leena e il fratellino cercavano di sopravvivere ciascuno a suo modo. La ragazzina vincendo gare di nuoto e annotando in un quadernetto i significati delle parole della nuova lingua, diversa da quella materna, il maschio chiudendosi in un suo mondo fino all’implosione. Per Leena, che ha scelto di perseguire la normalità a tutti i costi, mentendo a se stessa e agli altri, questa si rivela l’ultima occasione di affrontare quel mondo oscuro da cui proviene e che, nonostante tutto, le appartiene.

Il taglio realistico è degno del miglior Loach, reso soprattutto dall’uso della macchina a mano e dalla fotografia, molto anni Settanta, di Erik Molberg Hansen. Il film possiede la naturale poetica della lentezza, tipica del cinema d’autore svedese. Un continuo andare e ritornare. Onde che rigettano sulla rena tutto quanto è appartenuto ad un’infanzia ferita, ma che con forza, si vuol rimuovere e affondare nel dimenticatoio. Si necessita, come avviene sempre in questi casi, di sentirsi tutti un po’ vittime di carnefici rintracciabili nel nostro passato. Leena, infatti, non vuole più sentire parlare di quella madre alcolizzata che odiava ed amava un padre altrettanto disturbato. Ritrovare lei significa far riemergere quel passato, costato tanta sofferenza reprimendolo, con la consapevolezza di mentire a se stessi. Ma c’è anche un qualcosa in più, nel film della August: tutto quanto concerne l’emigrazione dei genitori finlandesi, assurti come emblema di una popolazione che ha avuto notevoli difficoltà d’inserimento. Tant’è che le barriere, linguistica e socioeconomica, diventano gli ostacoli determinanti di una convivenza non affatto semplice. Perciò, tutti, nel film si sopravvive: attori e spettatori, solidarizzano nella sofferenza del passato e di un presente ostile. Ci si ritrova esuli dal nostro passato, al modo di come ha sempre raccontato Dostoevskij.

Ottime le interpretazioni delle attrici, su tutte quella dell’attrice svedese, Noomi Rapace e quella della Leena bambina, incarnata da Tehilla Blad, astro nascente del cinema svedese.

Il cinema che fotografa la quotidianità e un presente, abbruttiti da un passato al quale si è necessariamente legati. Come barche, si galleggia. Qualche volta alla deriva, con il rischio di affondare. Cercando di andare sempre al di là, beyond. Non è detto che il vento spiri a favore.

Giancarlo Visitilli

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati