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La solitudine dei numeri primi

Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film

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La recensione su La solitudine dei numeri primi

di supadany
8 stelle

Per Saverio Costanzo, arrivato qui al film numero tre, questo progetto rappresentava un po’ l’occasione della vita e non so se possa definirsi del tutto soddisfatto, ma sicuramente non è passato inosservato.

Infatti il suo stile, così come le sue scelte, appare molto personale, probabilmente opinabile, ma allo stesso tempo lontano dai tipici dramma che contraddistinguono la grande maggioranza dei film impegnati italiani.

Mattia (Luca Marinelli) e Alice (Alba Rohrwacher) sono due ragazzi la cui vita è segnata da drammatici fatti occorsi loro in tenera età.

Si conoscono da ragazzini, si perdono di vista e si ritrovano più volte, lui da adulto si recherà a lavorare all’estero, ma Alice non lo dimenticherà e lo stesso varrà per lui.

 

 

Film molto interessante, anche se imperfetto l’ho trovato sostanzialmente interessante.

Questo a partire da una struttura del racconto impostata su quattro tempi della vita di Mattia ed Alice, ovvero l’infanzia (con traumi capaci di segnarti per sempre), l’adolescenza (con il loro incontro ed un malessere nel rapportarsi con gli alri), la prima parte dell’età adulta (quando ancora non hanno importanti esperienze di vita) e la seconda parte dell’età adulta (quando hanno conosciuto qualcosa in più della vita).

Direi che un po’ tutti i frangenti non mi sono dispiaciuti (anche se premierei l’adolescenza e l’infanzia), soprattutto ho trovato molto efficace e scorrevole il racconto nonostante i continui salti temporali da una parte all’altra, segno di un lavoro meticoloso realizzato a monte.

Impegno che si fa notare positivamente anche per le scelte di supporto, che offrono sfumature di primo piano, a partire dall’accompagnamento musicale che sondando vari filoni trova spesso soluzioni in grado di  stimolare l’udito, per arrivare alla cura con cui sono stati scelti molti ambienti e situazioni in grado di creare suggestioni che vanno ben al di là del classico dramma.

Su tutto rimane comunque impresso in calce il rapporto tra Mattia, Alice, le due solitudini del titolo, ed il mondo, ulteriormente suggellato da una parte finale, chiamata a gran voce, che ci sta pur non essendo esemplare, ma che comunque arriva dopo un incontro tra i due (il primo dopo la Germania) fatto ancora di piccoli gesti ed approcci, tutto raccontato con rara sensibilità e presenza.

In sintesi questo film di Saverio Costanzo mi ha soddisfatto (devo dire anche un po’ a sorpresa), certo non mancano difetti vari (tra momenti della storia un po’ troppo marginali e qualche scelta narrativa un po’ scontata), ma le idee buone su cui costruire c’erano ed alla fine sono state valorizzate piuttosto bene.

Promosso.

 

Saverio Costanzo

Sicuramente rivedibile per più aspetti, ma anche personale, tanto da non limitarsi per niente al compitino, cercando anzi soluzioni rischiose che il più delle volte paiono poi essere le cose migliori del film.

Alba Rohrwacher

Indimenticabile nel frangente finale (sofferta e partecipe ai massimi livelli), meno appariscente, ma comunque non deludente, in precedenza.

Complessivamente altra prova consistente di un'attrice che ormai è una certezza collaudata.

Luca Marinelli

Interessante, ruolo non facile fatto soprattutto di silenzi, ma che rappresenta piuttosto bene nella sua complessiva immobilità espressiva.

Martina Albano

Sufficiente.

Arianna Nastro

Soddisfacente.

Isabella Rossellini

Ruolo di secondo piano, ma esplatato a dovere, con la dovuta presenza e partecipazione.

Filippo Timi

Ruolo minuscolo (ma poi ha anche partecipato alla sceneggiatura), che pare dire poco, ma a lui basta uno sguardo, quello del clown che pare più un lupo cattivo, per illuminare irrimediabilmente la scena.

Grande anche nel piccolo.

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