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Rio

Regia di Carlos Saldanha vedi scheda film

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La recensione su Rio

di ROTOTOM
6 stelle

Blu è un pappagallo del Minnesota che l’agiata vita domestica ha reso incapace di volare. Vive in simbiosi con la sua pacata padrona, bigia libraria, tra le comodità della gabbietta di casa. Dovrà partire per Rio de Janeiro dove, secondo un nerdissimo e goffo ornitologo, è presente Gioiel, l’altra metà della mela che lo aspetta per copulare selvaggiamente e mettere al mondo la progenie necessaria per scongiurare l’estinzione della pregiata specie. Lasciata da parte la facile battuta dell’americano in trasferta nei paesi poveri per fare turismo sessuale, quello che aspetta i protagonisti nell’assolata megalopoli sudamericana è un’avventura fatta di contrabbandieri di volatili, voli spericolati, pericoli e sussulti d’amore secondo il più classico schema delle avventure per bambini. Un po’ di morale – meglio essere al sicuro nella gabbia o  liberi in volo con il dubbio del domani? – un po’ di sentimento e una manciata di comprimari ridicoli che da sempre svicolano l’attenzione dalle pochezze della storia originale, caratteristi che valgono a volte il film. Che sarebbe infatti l’Era Glaciale senza gli intermezzi tra il Fantozzi e il Buster Keaton dell’incredibile scoiattolo Scratch e la sua agognata ghianda? Rio, che condivide con gli eroi dell’Era Glaciale lo stesso produttore,  mette in scena un’avventura dai colori sgargianti, chiassosa e ben musicata contando su tutti i trucchi narrativi del genere. Si ride con misura di animali che recano in seno i vizi e i tic degli umani risultando semplici parodie dell’homo sapiens sapiens piuttosto che personaggi dotati di personalità esclusiva.

Qualche piccino potrà subire un sussulto di paura nell’assistere al cattivo di turno proposto nelle sembianze di un rapace amorale e spietato, il Cacatua, la cui voce è prestata dal singer swing Sandro Biondi. Alla fine però tutto è bene ciò che finisce bene, con la ricomposizione del nucleo famigliare e le giuste ricompense per i buoni. Come da copione. Non è questo il film delegato a rompere gli schemi. L’animazione digitale ormai permette di fare cose strabilianti alla portata di quasi tutti, così che lo stupore fanciullesco che permeava di magia lo sguardo dei bambini e degli adulti nei tempi passati si stempera inevitabilmente in un continuo deja vù che le peripezie, il ritmo, la frenesia della messa in scena tendono goffamente di mascherare. Tutto sommato convenzionale, adatto per i bambini e mediamente gradevole per gli accompagnatori grazie a qualche battuta un po’ più adulta e  qualche citazione indovinata.

 

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