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Rio

Regia di Carlos Saldanha vedi scheda film

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La recensione su Rio

di OGM
8 stelle

Magico, tenero esotismo. Una favola a base di piume colorate, un po’ sogno romantico, un po’ festa brasileira. Il ritmo del samba è il commosso batticuore di chi ritrova la strada di casa proprio nel momento in cui si credeva definitivamente perduto; ed è il sussulto di un sorriso che si apre quando meno te l’aspetti, squarciando d’un tratto l’opprimente prigione dell’angoscia. La storia di Blu, il pappagallo azzurro, è un viaggio alla scoperta dei due volti dell’amore: quello intimo, tranquillo e casalingo che lo lega alla sua padroncina in un paesino del Minnesota, e quello che lo sorprende, come un fuoco d’artificio, sotto il sole di Rio de Janeiro. L’allegria del carnevale e la rumorosa giovialità carioca spalancano a lui, che non ha mai imparato a volare, le infinite strade del cielo: un’ariosa dimensione piena di musica, di luci, di spazi aperti, che porta, come un turbine, la gioia ed il dolore, e in questo modo insegna la dura ed appassionante avventura della vita. L’anima brasiliana - di cui il film si diverte a ritrarre, con simpatia,  tutti i più gustosi stereotipi -  è il disordine travestito da ricchezza, e la povertà ricoperta di cenci variopinti. La moltitudine è un collage policromo, costituito da una straordinaria varietà di tipi, umani ed animali: un’eterogenea mescolanza che canta, balla, e comunque si agita, e così, in un lampo, mette al bando la tristezza, come una pioggia di stelle filanti e di coriandoli. L’animazione diretta da Carlos Saldanha è un raffinato gioco di maschere, di emozioni cangianti,  di movimenti coreografici, sagacemente miscelati su una tavolozza espressiva che comprende tutte le più fini sfumature della mimica, della teatralità, della caricatura. Il suo stile riesce a fondere, in un unico canto fiabesco, la dolcezza ed il sarcasmo, il minimalismo e l’iperbole, la poesia a fior di labbra e la comicità esplosiva. La sua sagace armonia è quella che graziosamente ondeggia tra l’understatement e la sfacciataggine, sullo sfondo di una timidezza che subito si accende di rossore al guizzo di una gag, di un paradosso, di uno strafalcione. L’imbarazzo di fronte al nuovo è il motore che, in questa storia, da un lato attiva la curiosità, dall’altro induce alla fuga: l’unicità, la diversità, l’incontro con l’altro da sé sono i punti di partenza di un tormentato percorso che porta ad imparare a conoscere. Con il suo colorito caleidoscopio di personaggi,    Rio è un fantasioso melting pot universale, in cui si incrociano, secondo le collaudate alchimie del caso, tante diverse specie di esseri viventi, e tanti diversi modi di guardare al mondo: e, come nella realtà, i contrasti che non scatenano le guerre,  fanno scoccare, quasi sempre, la fatale scintilla dell’amore.

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