Espandi menu
cerca
The Next Three Days

Regia di Paul Haggis vedi scheda film

Recensioni

L'autore

stanley kubrick

stanley kubrick

Iscritto dal 6 ottobre 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 74
  • Post -
  • Recensioni 153
  • Playlist 13
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Next Three Days

di stanley kubrick
8 stelle

PADRI DI FAMIGLIA

Non è un brutto film, The Next Three Days, terza regia del buon Paul Haggis, remake di Pour Elle, film francese del 2007 diretto da Fred Cavayè. Ma nemmeno un caposaldo del genere d'azione adrenalidica, è un semplice prodotto che non sorprende ma diverte nel suo piccolo.
Russel Crowe offre una prova di recitazione sicuramente maggiore rispetto a Robin Hood di Ridley Scott, interpreta un professore con famiglia tranquilla, fino a quando la moglie viene inspiegabilmente arrestata. Dovrà percorrere un cammino di salvezza nei confronti della moglie, in modo da farla ritornare accanto a lui e a suo figlio.

Il concetto di famiglia è esplicitato come un nucleo familiare ormai destabilizzato. La famiglia di cui fa parte John, è continuamente tormentata dalle intemperie che si verificano più o meno dall'inizio alla fine. La prigione dove è rinchiusa la madre simboleggia una Alcatraz, dove non potrà uscire mai nemmeno per dare un bacio al suo piccolo bambino. Questa maledetta prigione rappresenta la distruzione completa del nucleo familiare. Ruggine che si insedia tra le sbarre, polvere presente negli angoli della cella talmente fine da entrarti negli alveoli polmonari, un letto come simbolo di povertà. Non c'è via di scampo per la madre. L'uscita è lontana e invisibile a occhio nudo. Haggis non fa vedere la cella vera e propria della donna, si limita a mostrare allo spettatore il luogo dove i carcerati possono visitare i familiari e gli amici, infatti ce lo mostra diverse volte. Si avverte, anche senza primi piani che lo fanno intendere, il vuoto presente dentro l'anima della donna. Quella cella è l'unico posto dove una madre volenterosa può essere disarcionata dal figlio in panne o, semplicemente, ancora troppo piccolo per sopportare una così difficile separazione tra lui e la madre, ancora peggio di quando i genitori si separano. La cosa insostenibile che manda in frammenti la famiglia è l'amore malprovato di un bambino nei confronti della nutrice. Haggis ce lo fa vedere nel momento in cui il figlio vede la madre nella stanza degli incontri della prigione. Lo sguardo perso verso un posto lontano quello del figlio, lo sguardo lucido e martoriato quello della madre. In quel momento ci dovrebbe essere felicità ma il bambino è ancora troppo piccolo per capire il concetto di separazione.
Nel luogo d'incontro tra familiari e carcerati si trovano soltanto sedie, banchi e agenti di polizia. Poniamo una descrizione dettagliata dei tre elementi, tralasciando i carcerati e i familiari o amici che li vengono a trovare. Le sedie sono un sinonimo di accoglienza spietata e crudele per i carcerati. Danno un significato allegorico al concetto di libertà che non riprenderanno mai, cerca di abbattere completamente i carcerati, mentre quest'ultimi, quando si siedono, non staranno mai più comodi di così per tutto il resto della loro vita. I banchi non sono altro che un interpretazione fuori dagli schemi di quanto sia difficile stare in carcere. Mi spiego meglio. Sono semplicemente dei servitori per i carcerati, cercano di consolarli quando loro si accasciano sopra essi, cercano di rallegrarli quando ci appoggiano solo le mani e così via. Invece i poliziotti sono gli alleati delle sedie. Con un distintivo che non vale un bel niente, un vestito che usano quando è freddo fuori, una faccia da bastradi fuori dal comune. Insomma, questa descrizione è posta soltanto per come si svilupperà e distruggerà il carattere dei carcerati quando sono dentro al luogo d'incontro.

Invece, i padri sono completamente in un altro concetto, quello della diversificazione tra esso e la moglie. Ci sono due padri nel film che incarnano alla perfezione il ruolo di padre perfetto. Il primo è naturalmente il protagonista, il secondo è padre di quest'ultimo. Naturalmente, sono molto diversi per quanto riguarda caratteristiche, educazione del proprio figlio ecc.
Il protagonista è il padre tuttofare, che prende il posto della moglie per fungere da entrambe le parti per il figlio. Ma è sostanzialmente difficile fare sia il padre che la madre. John è afflitto per tutta la durata del film dall'ottativo che la moglie sia fuori dal carcere, non riesce a pensare a una vita serenamente futura senza di lei. Nemmeno i suoi alunni riescono a tirarlo su, anche perchè il regista ci fa vedere sue lezioni dentro l'aula praticamente in nessuna occasione. Haggis tenta di far arrivare al tramonto anche lui, perchè cerca idee anche quando è impossibile trovarle. E qui sta il punto debole di Haggis, quello di non trovare idee giuste in un punto importante della pellicola. Non è una cosa imperdonabile, però è da rivedere.
Il secondo esempio è, come ho già detto prima, il padre del protagonista che, per buona parte del film, risulta essere un personaggio secondario. Un punto in più al regista và quando mette in scena il rivoltamento completo e veloce delle condizioni di vita e del carattere del padre. C'è contrapposizione tra quest'ultimo e il figlio, il ricalcamento avviene con maggiore forza per il fatto di avere una donna accanto. E' proprio per questo che Haggis ci mostra pochissimo della vita del padre del protagonista, limitandolo soltanto per badare al nipote in casi di strema necessità. E quando scopre alla fine tutta la verità sulle intenzioni del figlio, chiude la bocca, saluta il figlio per sempre e continua una vita serena con sua moglie.

Per tutta la prima del film si vede Crowe che inscena il personaggio del detective attaccando alla parete tutti i possibili spostamenti delle forze armate,durante il breve periodo di tempo che ha a disposizione per far uscire la moglie ed evadere insieme a quest'ultima. Guarda su youtube video per scassinare le aperture delle porte, incontra un Liam Neeson reduce da Unknown, dove però lì è protagonista, che gli spiega tutti i possibili spostamenti della polizia, dato che è stato un ladro, incontra e litiga con Daniel Stern, ex ladro di Mamma Ho Perso L'Aereo, professione avvocato. Tutto questo sforzo verrà premiato dopo una lunga corsa contro il tempo, alla fine con la polizia, dove lui, sua moglie e il loro adorabile figlio, cominciano a percorrere l'autostrada della felicità.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati