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The Next Three Days

Regia di Paul Haggis vedi scheda film

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La recensione su The Next Three Days

di OGM
8 stelle

Grande remake di un grande film. Paul Haggis ripropone il film Pour elle di Fred Cavayé e Guillaume Lemans in una versione strategicamente e tecnologicamente più elaborata, come si addice ai migliori action movies hollywoodiani. La preparazione del raffinatissimo piano, ordito da un professore di scuola per far evadere la moglie ingiustamente incarcerata per omicidio, è non solo un saggio di moderne metodologie criminali, ma anche il diario dell’impressionante metamorfosi di un individuo, da cittadino pacifico ed irreprensibile a cinico malvivente.  L’idea della libertà ad ogni costo – splendidamente illustrata, in questo film, da un memorabile cameo di Liam Neeson - si insinua nel suo animo sulla scia di un sentimento disperato, di un amore che non si piega all’ineluttabilità di una sentenza ormai definitiva. L’errore giudiziario che priva la sua famiglia di un futuro, il suo bambino dell’affetto di una madre, e lui stesso della presenza della donna del suo cuore, rapidamente trasforma, ai suoi occhi, la polizia, i giudici e le autorità in genere in figure negative, in esponenti della parte malata della società, in nemici che è necessario combattere. Il rovesciamento morale che preserva l’innocenza e la bontà dei fini è il punto di arrivo di un frenetico percorso alla ricerca di un perché che giustifichi la crudele assurdità  di una condanna: un itinerario che, quando le risorse della ragione e le possibilità della legge sono esaurite, imbocca senza indugi la strada dell’azzardo, della folle violazione di tutte le norme, della fuga senza scrupoli. Lo scopo di questa temeraria trasgressione non è la vendetta, come per i soliti giustizieri fai da te. È, invece, il ristabilimento del giusto ordine delle cose, del diritto alla felicità, ossia di tutto ciò che  la semplicistica logica delle prove indiziarie arriva troppo spesso a negare,  perché opera con lo strumento meccanico della deduzione, che è forte di rigore formale, però totalmente privo di coscienza.

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