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La mia Africa

Regia di Sydney Pollack vedi scheda film

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La recensione su La mia Africa

di Antisistema
5 stelle

Di Pollack non ho visto molti film e non sono esperto del suo cinema, ma questo La Mia Africa (1986) è un'opera di un regista stanco e che non ha più nulla da dire rispetto ai suoi lavori degli anni 70', che mostravano ben altra caratura. Non siamo ai livelli del disastroso remake di Sabrina (qua per lo meno la fotografia e una ricercatezza nelle immagini permane ancora, così come un paio di attori aiutano ad evitare il collasso totale del film); ma non siamo oltre l'insufficienza alla fine. 

La Mia Africa è un kolossal vecchio stile che vorrebbe rifarsi al passato, con uno sguardo alla Hollywood classica e ai suoi grandi melodrammi; siamo in effetti dalle parti più di un Via col Vento che di un Lawrence d'Arabia tanto per intenderci, ma il film funziona poco per via di una sceneggiatura che non riesce mai ad essere all'altezza di alcune magnifiche immagini. 

Se Via col Vento nonostante i segni del tempo risulta un pò datato, oltre ad un apparato visivo magnifico, aveva comunque una narrazione avvincente (per quanto tirata per le lunghe) e dei personaggi principali dal forte spessore a cui appassionarti, poichè comunque ben sbozzati e rappresentati. Nulla di tutto questo si ritrova nel film di Pollack. 

 

 

Ci troviamo inannzi ad un film che mette da parte il contesto storico relegandolo allo sfondo, per concentrarsi sul matrimonio fallimentare, tra la ricca baronessa danese trasferitasi nel Kenya; Karen Blixen (Meryl Streep), con suo marito Bror Blixen (Bandauer); nonchè le continue frequentazioni della donna con Denys Finch-Hatton (Robert Redford), cacciatore libertino che vive in simbiosi con la natura e in contatto con gli indigeni. 
Il film naturalmente non funziona, poichè la storia d'amore tra Karen e Denys non ha nulla da offrire, nè alcunchè di originale nella sua scrittura o sviluppo, così che essendo diluita nell'arco di oltre due ore e quaranta, finisce con il disperdere nella lunghissima durata qualsiasi piccolo potenziale che potesse contenere. E' una soap-opera melodrammatica ad alto budget e confezione cinematografica extra-lusso, fatta ad uso e consumo per un pubblico femminile di mezza età (un Redford cinquantenne assolve a questo scopo, non potendo più fare colpo sulle giovani donne, ora mira alle sognanti signore di mezza età). 

Alla fine cosa si riduce la Mia Africa? Ad una serie di immagini da cartolina dell'Africa coloniale di inizio 900', dove Karen coltiva (o meglio tenta) caffè, amicizia con gli indigeni, frequentazioni inopportune, malattie tropicali e non ed il tutto è condito con un'estenuante tira e molla tra Karen e Denys, dove la donna invece di mostrare gli anni che porta e le esperienze di vita, si dimostra una donnicciola alle prese con la sua prima cotta. E vai così tra safari romantici, shampoo nella savana, completini stile coloniale a tutto spiano, paesaggi laccati e patinati dove la polvere è uccisa dalla pulizia dell'immagine, voli in aereoplano sopra le nuvole mano nella mano e una scopata dolce con il proprio amato ("non muoverti", "io voglio muovermi"... vabbè dialogo che si commenta da solo), la pellicola si trascina stancamente nel suo sviluppo. Naturalmente il film non era abbastanza mediocre se non infarciva il tutto con una fastidiosa voce fuori campo di Karen ogni 15 minuti, dei dialoghi artefatti di Denys e il drammone finale perchè la donna non era abbastanza sfigata di suo, ma a quel punto non spegni solo perchè il film sta praticamente per finire. 

 

Meryl Streep, Robert Redford

La mia Africa (1986): Meryl Streep, Robert Redford

 

Alla fine cosa abbiamo? Belle immagini (ma troppo da cartolina e finiscono per dare un ritratto coloniale fuori dalla realtà di quello che era l'Africa in quel periodo) e buone perfomance di un paio di membri del cast; in primis Meryl Streep che con questo inagura la lunghissima serie di perfomance buone nominate all'oscar ma in filmetti sufficienti, mediocri o pessimi. L' attrice non l'apprezzo, ma se sono giunto alla fine è pure grazie a lei, poichè quando può; tra dialoghi tirati via e scrittura del suo personaggio loffia, riesce a dare un pò di spessore a questa Karen molto vacua e lacunosa, facendo percepire più con le espressioni del suo volto che con le parole il suo attaccamento emotivo con il continente Africano (cavolo Pollack hai la Streep e ammazzi il film con la voce fuori campo onnipresente!). Robert Redford oramai in versione uomo di mezza età, convince molto meno, poichè non ha la bravura recitativa della sua collega e il suo personaggio dell'avventuriero fascinoso affonda nello stereotipo, e a dirla tutta più che un inglese sembra uno yakee in trasferta. 

Incassone stratosferico alla sua uscita, nonostante alcune rimostranze della critica, ebbe molte nomination agli oscar di cui ben 7 a buon fine, tra cui miglior film, regia e sceneggiatura. Assolutamente sopravvalutato (tranne la fotografia che la promuovo, ma con riserva, anche se il premio non lo contesto) ed oggi in molti si sono resi conto della cantonata presa dall'academy, tanto che i giudizi si sono drasticamente ridimensionati; poco importa a Pollack che ha preso le sue statuette e siccome era il produttore del film, c'ha fatto un sacco di milioni, da camparci per decenni e decenni. 

 

Meryl Streep, Michael Gough

La mia Africa (1986): Meryl Streep, Michael Gough

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