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Rango

Regia di Gore Verbinski vedi scheda film

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La recensione su Rango

di bradipo68
6 stelle

Fino a ieri il western non era un genere per cartoni. Oggi tra Ringo e Django c'è di mezzo Rango, eroe di squame mimetiche che suo malgrado si ritrova a essere il salvatore di paesello assetato da sindaco latifondista.
E ' in totale crisi di identità al pari delle sue squame che non sanno più di che colore diventare
Rango è un film di esordi: quello di Verbinski e della Industrial Light & Magic che in mezzo a tanto effettare non aveva pensato mai nemmeno allo straccio di un film di animazione.
Tutto sommato una scommessa vincente,sia al botteghino ma soprattutto dal punto di vista sostanziale.
Non tutto funziona alla perfezione ma il film di Verbinski è un'ottima piattaforma da cui partire per nuove sfide planetarie ai masterminds dell'animazione Pixar e Dreamworks.
Il mondo del west è un pozzo di San Patrizio a cui attingere copiosamente ma l'idea che sta alla base di Rango cioè citare, filtrare e rileggere comunque un pò di tutto in un gigantesco frullatore di generi, è talmente sovraccarica da far stentare la partenza del film, come appesantita da tutto quello chassis di citazioni che si porta dietro.
E questo problema si ha anche nella chiusura: sono tante e tali le tracce aperte che è difficile chiudere tutto senza scompensi.
Il pregio maggiore di Rango risiede nell'originalità: è un eroe brutto, ai limiti della repellenza, riesce sempre a sopravvivere per una miracolosa combinazione di furbizia e buona sorte, diventa sceriffo di Dirt senza colpo ferire e bastano due parole al posto giusto per farlo diventare pistolero sanguinario e infallibile.
Non mente ma è bravissimo a omettere.
Riassumendo è un furbetto del quartierino che quasi vorresti vedere spiaccicato su qualche parabrezza di passaggio ma guardando bene il film non si trova niente di meglio.
A questo punto bisogna tenerselo. E il nostro come in ogni risalita dagli inferi che si rispetti si guadagnerà il suo posto al sole, volente o nolente.
C'è Sergio Leone con i suoi spazi sconfinati in attesa di progresso,c'è l'High Noon di Zinnemann ma senza Gary Cooper , c'è la geometria di Ford e il sentimento di Hawks, un inseguimento stile Intrigo Internazionale di Hitchcock ma ci sono anche l'ossessione dell'acqua come in Chinatown di Polanski e tutta una serie di trovate sbilenche che fanno pensare ai Coen. Di tutto e di più, ognuno ci troverà il proprio film.
L'unico dubbio che permane è quello del target:è forse operazione che si rivolge più agli adulti che ai bambini, snobisticamente cinefila che forse ai più piccoli sembrerà incomprensibile in più di un passaggio.
Rango è per certi versi un esperimento bizzarro, magari non riuscito al 100% la cui pecca maggiore risiede forse nel non aver organizzato al meglio la sovrabbondanza di materiale narrativo alla sua base. Ma ad avercene.
Da vedere, ma direi soprattutto sentire con le voci originali di Depp,Winstone,Alfred Molina,Bill Nighy.

Su Gore Verbinski

stimolante esperimento

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