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Amore a mille... miglia

Regia di Nanette Burstein vedi scheda film

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La recensione su Amore a mille... miglia

di mc 5
4 stelle

Come si fa a parlar male di un film che si propone come prodotto semplice, carino e simpatico? Si fa. Soprattutto se il film in questione è pieno di difetti. Che poi, più che difetti sono assenze. Vuoti. Parliamoci chiaro: questo film è assolutamente delizioso nel suo involucro, ma poi quando lo apri scopri che dentro non c'è proprio nulla. O meglio: c'è un nulla fatto di stereotipi e situazioni ruffianotte che, non lo nego, esiste chi se li può far bastare, certo, c'è sempre un pubblico di bocca buona (immagino per esempio che per certe coppiette di fidanzatini sia l'ideale baciarsi in fondo alla sala mentre sullo schermo lo stanno facendo i due protagonisti). Però, ragazzi, io sono qui per parlare di Cinema, mica di stupidaggini. Proprio un paio di settimane fa, è arrivata nelle nostre sale un'altra commedia romantica, "Qualcosa di speciale", con Eckart e la Aniston. Ebbene, in quest'ultima veniva raccontata una storia che partiva da un presupposto drammatico per poi evolversi in commedia sentimentale: un vedovo ossessionato dal senso di colpa per la morte della moglie che viene "guarito" da una donna che entra nella sua vita. Si potrà anche parlar male (come molti hanno fatto) di questo film, ma non si può negare l'esistenza di una vicenda solida, chiara, ben scritta. Nel caso del film che andiamo ad esaminare, invece, cosa abbiamo? Uno sfondo (la città di New York), due protagonisti (Justin Long e Drew Barrymore) e...stop. Non c'è una vera vicenda, non accade nulla. Il tipo e la tipa nei primi 10 minuti si conoscono, s'innamorano e in giornata finiscono a letto. Storia già finita. Il resto (cioè circa un'ora e mezza) è solo aria fritta, siparietti senza costrutto, situazioncine posticce. Essendo che i due sono  innamorati persi (che tenerezza, vero? pucci pucci pucci) mai che si lascino, mai che si interponga un amante, no, loro stanno sempre insieme e alla fine (indovinate) restano insieme. Colpi di scena? Zero. Snodi narrativi? Macchè. Sceneggiatura del genere calma piatta. Si vabbè ogni tanto qualche schermaglietta, nel senso che i due sbuffano perchè uno a New York l'altra a Frisco, mi capite, quando i due sono "horny" son problemi. Un film dunque costruito sul Nulla. E che mi frega a me se questo Nulla è "tanto caruccio"? Io al cinema mica ci vado per vedere il Nulla.Che poi questi due tipi mammamia quanto parlano. Non fanno che dialogare e fare puccipucci. Sul livello dei dialoghi, meglio non indagare. Un campionario di ovvietà, un monumento alla banalità che vorrebbe essere brillante e frizzantino e che invece trova la sua massima espressione in botta e risposta del tipo "Sono pazzo di te" e "Anch'io di te". Qualcuno volendo potrebbe anche individuare nell'opera un vago sapore obamiano, visto che viene sottolineato il tema del lavoro, del precariato e della paura della disoccupazione. Anche se poi questa impressione viene in qualche modo ridimensionata, considerando i mestieri improbabili dei due personaggi. O quanto meno si tratta di professioni poco "quotidiane" per noi mortali. Lei è stagista nella redazione di un quotidiano di New York,  e lui è dipendente di una casa discografica e si occupa del lancio di gruppi per adolescenti. Due realtà che ci sono molto vicine, vero?! Ho deciso di impiantare il "cuore" di questa recensione secondo il seguente semplice schema: prima citerò i pregi e subito dopo i difetti di questa pellicola. Sulle cose positive ce la caviamo in pochi istanti: la sola cosa concretamente apprezzabile del film sono i titoli di testa, caratterizzati da una grafica davvero gradevole. E adesso cominciamo un percorso (che vi avviso non sarà breve) attraverso un film tutto da rifare. 1.IL DOPPIAGGIO. La Barrymore è doppiata in modo indecente. 2.INDIE-ALTERNATIVO. Justin Long lavora per una casa discografica, okay. Gli vogliono imporre dell'alto solo delle boy band mentre lui -finissimo cultore dell'Indierock più ricercato (del tipo che nell'ufficio del suo capo si nota la scritta "Nada Surf", vale a dire un gruppo indipendente piuttosto celebre)- sogna un mondo dove a guidare le classifiche sono i gruppi più "spigolosi". Allora qualcuno mi spieghi perchè la musica che di fatto lui predilige non va, nella sostanza, mai oltre un power-pop esile, che definirlo mainstream è fargli un complimento... E quei " Boxer Rebellion" di cui lui va matto, fanno solo sorridere nella loro pochezza derivativa da U2-Coldlpay dei poveri. 3.CULTURA USA. Il film (ma è un problema del 99% delle commedie americane) è completamente farcito di continui riferimenti a situazione sociali e/o mediatiche collegate alla società americana e che a noi italiani/europei dicono meno di zero. Per esempio il frequente citare personaggi celebri della tv americana che noi non conosciamo. Oppure quando un personaggio accenna ammiccante ai "Boston market", una catena di supermercati USA: quel riferimento per un  americano potrebbe implicare chissà quali aspetti ma a noi che non abbiamo frequentazioni americane quel dettaglio non dice nulla. 4.REGIA SCARSA. Ci sono nel film due o tre scene di quelle costruite apposta (a tavolino) per far ridere. E invece fanno un pò pena per come sono gestite malino. Tipo la scena madre in cui una famiglia sta cenando imbarazzata sullo stesso tavolo da cucina su cui poche ore prima i due protagonisti hanno scopato selvaggiamente. Sai che risate. Ma il fondo lo si tocca con una sequenza in cui i due fanno sesso telefonico a distanza: una delle scene più imbarazzanti del film, tanta è la bruttezza della messa in scena. 5.LENNY BRUCE vs TOM CRUISE. Adesso tenetemi perchè mi sto per scatenare di brutto. Se tutti sapete chi è Tom Cruise, non è detto che dobbiate per forza sapere chi è (anzi chi fu) Lenny Bruce. Lenny (di cui sono cultore e fan da sempre) era un attore-conduttore-intrattenitore incredibilmente polemico e oltraggioso verso ogni forma di Potere, politico, sociale o mediatico: personaggio imprescindibile per chiunque si occupi di controcultura e comunicazione. Ebbene, mi si blocca lo stomaco al solo pensarci, ma Justin Long nel film ADORA Tom Cruise e stravede per "Top Gun"...e tuttavia dorme con accanto il poster di Lenny Bruce. Ma come si permette? A parte che fanno parte di due mondi agli antipodi, ma questo è...sacrilegio!!  6.VOLGARITA'. Mai stato un bacchettone, ma non posso esimermi dal segnalare che questo film vanta un record assoluto (almeno in ambito commedia) in fatto di presenza di parolacce. Che queste ultime possano aiutare a "colorire" il linguaggio espressivo di un film, okay. Ma qui ne viene fatto un abuso talmente gratuito che va ben oltre qualunque limite di tolleranza. Vi dirò solo che quasi tutti i personaggi del film non fanno altro (devono esserne ossessionati!) che parlare di pompini. Espressioni tipo "succhiare l'uccello" sono allegramente ricorrenti per tutta la durata della visione. E non solo da parte dei due goliardici amici del protagonista (raramente si son visti sullo schermo due ruoli così cretini e idioti), ma anche da parte della stessa Drew Barrymore, la quale non fa che intercalare con "cazzo", come il più sfigato dei pischelli hip hop. Se degli sceneggiatori sono privi di idee divertenti, che fanno? Chiaro, farciscono di allusioni sessuali, così il pubblico bue si schianta dalle risate. Ma vaffanculo (tanto per restare in tema). Il gossip mi informa che Long e la Barrymore fanno coppia anche nella vita reale. A parte un doveroso "ecchissenefrega", aggiungo che tale dettaglio non attenua certo la pochezza di questo inutile film.
Voto: 4

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