Regia di Lorenzo Lombardi vedi scheda film
Un ragazzo e due ragazze in jeep blaterano dialoghi illeggibili con una recitazione inascoltabile, si inizia infatti cantilenando il titolo Non è un paese per vecchi e quindi pure avanzando delle pretese. Poi, per dilatare la durata fino al lungometraggio (ma perché non fare un corto o un medio viene da chiedersi), si intercalano al chiacchiericcio varie sequenze con la jeep in viaggio sulle strade e la musica di sottofondo. In auto si parla di come i modi di mangiare le uova facciano capire qualcosa della psicologia di una persona, quindi si citano storie macabre e film, in particolare Hostel, preannunciando la mattanza di un horror che stenta a partire. Seguiranno citazioni da Grindhouse. A prova di morte, una rapina e infine, dopo l’interminabile monologo di un maniaco dai molti tic, lo splatter. Annunciato come un torture porn, la tortura arriva dopo ben settanta minuti e gli effetti speciali di Stivaletti con budget all’osso regalano solo un brivido su tre scene in tutto (l’ultima per altro è uno sbudellamento particolarmente ridicolo). Certo si tratta di un’opera prima girata con niente, ma ce ne sono di pregevolissime nella Storia del Cinema, di genere e non. In the Market manca semplicemente di tutto.
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