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Metti, una sera a cena

Regia di Giuseppe Patroni Griffi vedi scheda film

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La recensione su Metti, una sera a cena

di emmepi8
4 stelle

 
Secondo film di Patroni Griffi dopo il tonfo de Il Mare, che ebbe il torto di essere travolto in mare di intellettualismo alla Resnais, ma che di questo regista non aveva solo che l’apparenza; qui siamo in una produzione mirata e nata dal successo travolgente teatrale della Compagnia dei Giovani, su cui Patroni Griffi aveva scritto appositamente il testo, tenendo conto della divina Rossella Falk, quale interprete principale. Nel film tutto gira intorno invece a Florinda Bolkan astro nascente del nostro cinema, per cui Marina Cicogna aveva costruito questo film evento e tempista, con un argomento in cui la censura era rimasta con le mani imbrigliati alla grande, già nel solo pensiero di farne un film. Premetto che non conosco l’opera teatrale e quindi mi baso solo su quello che il cinema ci ha dato e diciamo che oggi più che mai lo si può vedere come un’operazione vacua, noiosa e volutamente labirintica, dove in questo meccanismo cerca di nascondere il più possibile il gioco da salotto, che all’epoca poteva essere frainteso con l’onda di contestazione sessantottina su cui certo il cinema furbetto cercava di inserirsi. Patroni Griffi non ha capito mai molto di cinema, pur avendo delle qualità teatrali non indifferenti, ma spesso si è scoperto in atteggiamenti provocatori fine a sé stessi, colpevoli solo di voler sfruttare l’attenzione del pubblico basandosi solo sull’effetto facile e scandalistico, che ha tavolino veniva studiato in maniera meccanica. Le sue qualità drammaturgiche infatti sono tutte invecchiate precocemente e negli anni hanno tutte messo in evidenza solo le presunte furberie in cui un autore, come questo caso, si era basato, e cui a anche personalità di spessore si erano affidate in maniera fiduciosa. Tornando al film, che è poi basato su tutto quello che è stato il comportamento artistico ed intellettuale del drammaturgo, rimane una scatola vuota con un argomento vano e falso e di un vuoto che vorrebbe essere sostenuto solo da un gioco erotico, su cui si basò poi tutto il lancio del film, attirando il pubblico anche più distante solo per il fattore prouderie, che poi lasciò a bocca asciutta i più, essendo un erotismo troppo astratto più detto che attuato, quindi enunciando problemi di censura che forse non sono mai esistiti. Dario Argento contribuì alla sceneggiatura, dove si cercò di rendere più efficace, cinematograficamente parlando, la storia con colpi di flash back, e quindi detronizzare l’innata destinazione teatrale a cui il testo in maniera naturale faceva riferimento, il regista poi inserì anche una rappresentazione di Pirandello: Sei Personaggi in Cerca di Autore, cercando di accostare il suo pensiero a quello del grande drammaturgo, con un pizzico di presunzione, e a dire pizzico è dire poco, vendendolo anche come un omaggio alla rappresentazione rimasta famosa della Compagnia dei Giovani del testo pirandelliano. Il cast era all’epoca molto funzionale, partendo proprio dalla Bolkan che iniziò una carriera di tutto rispetto con trampolino di lusso come questo, Musante sostituì all’ultimo momento Gian Maria Volontè che contestò il suo ruolo e l’intero film, l’attore americano ebbe così una buona occasione per lavorare nel nostro cinema; il resto del cast si inseriva perfettamente nelle pieghe di un cinema intellettuale a partire dal grande Trintignant, legato moltissimo ad un cinema di ricerca, continuando con la partecipazione della Girardot in un ruolo più con i piedi per terra, continuando con l’infiltrato Capolicchio ( con una capigliatura davvero insostenibile!!) astro nascente di un probabile nostro cinema di contestazione, ma che purtroppo non ebbe poi un grande seguito al cinema. Ci sono poi partecipazioni di lusso, con artisti teatrali di prima linea in ruoli aggiunti come Adriana Asti

Sulla trama

una storia artefatta e non raccontata al meglio

Sulla colonna sonora

Morricone compone un tema che va avanti da solo e per sempre

Su Giuseppe Patroni Griffi

seconda regia non memorabile

Su Jean-Louis Trintignant

l'intrigante marito

Su Florinda Bolkan

ha saputo cogliere l'attimo fuggente in maniera intelligente

Su Tony Musante

si vede che il ruolo era di Volonté, ma lo interpreta bene

Su Annie Girardot

Un po' spaesata, ma sempre brava

Su Lino Capolicchio

il suo ruolo vuole questo e lui fa, un attore che al cinema poteva dare molto di più

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