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The Tourist

Regia di Florian Henckel von Donnersmarck vedi scheda film

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La recensione su The Tourist

di Baliverna
3 stelle

Ammucchiata di divi e di pezzi da novanta che forse cercavano solo un modo per farsi una vacanza a Venezia tutto spesato. Per lo spettatore solo briciole.

Von Donnersmarck ha certamente un difetto, cioè quello di non sapere dire di no. A volte bisogna proprio farlo, ad esempio per preservare il proprio buon nome. Quando gli misero sul tavolo questo progetto doveva semplicemente rifiutare, anche perché si rendeva conto benissimo che non era il caso. Si vede, infatti, che l'autore del capolavoro "Le vite degli altri" non crede in quello che sta facendo. Nonostante la trama potenzialmente adrenalinica, la pellicola è infatti una minestra che si riesce a mangiare solo per vuotare il piatto. Quale sia il problema principale non saprei dirlo, ma il film è fiacco e sfilacciato, e girato senza convinzione.
La situazione non è molto diversa per gli altri. Johnny Depp è distratto e svogliato, e ha l'aria di chiedersi "Ma cosa ci faccio io qui?" o "Scusate, quand'è che possiamo tornarcene a casa?"; la Jolie, dal canto suo, sembra metterci un po' d'impegno solo quando si pavoneggia o cammina sculettando. Detto a margine: è bella sì, ma qui è già in zona pre-anoressia e in fase calante.
Due parole sui cameo italiani. Nino Frassica crede certamente di essere in una fiction di Raiuno, quelle dei brigadieri, degli ispettori o dei prof., perché recita allo stesso modo. Neri Marcorè forse passava di là per caso e lo hanno invitato al volo a fare una particina, ma non sapeva di cosa si trattasse. Menzione di merito, invece, per Christian de Sica, che rivela interessanti accenti di ambiguità e di furbizia nascosta. Sollecito l'attore a dimenticare i mandrilloni arrapati, che fanno i buffoni e che corrono dietro alle bellone di turno, e a pensare seriamente ad altri ruoli seri e drammatici. Secondo me ha in questa direzione una potenziale nuova carriera. Graffia un po', inoltre, il cattivissimo gangster, cinico e megalomane.
Venezia è turistica e cartolinesca, ma, di nuovo, fotografata non troppo bene. Mi ha interessato, tuttavia, guardare l'interno di certi alberghi nei quali certamente non mi potrò mai permettere di andare.
La dimensione dei mezzi, degli scenari e dei nomi impiegati per fare questo film sono inversamente proporzionali al risultato. E mi domando come in Italia il passaparola del primo finesettimana nei cinema non abbia fatto subito morire il film, ma anzi ne abbia decretato il successo. Come dire, a volte la confezione è più importante del prodotto stesso. Mezzo punto in meno per la delusione infertami dal regista.

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