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Cyrus

Regia di Mark Duplass, Jay Duplass vedi scheda film

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La recensione su Cyrus

di Spaggy
8 stelle

Non è un'altra stupida commedia americana. Basterebbe questo per dare un giudizio sul film dei fratelli Duplass (Jay e Mark), al loro terzo lungometraggio e per la prima volta con un budget (sempre basso, sia ben inteso) più alto del solito, garantito dalla produzione dei fratelli Scott (Ridley e Tony), che permette loro di avere un cast da film mainstream, capitanato da un John C. Reilly in forma smagliante.

La storia è stata già raccontata mille altre volte: due divorziati si conoscono e provano a costruire qualcosa insieme ma per farlo devono fare i conti con il figlio della donna. Argomento trito e ritrito per soap opera e drammi dalla lacrima facile. Il pregio dei registi invece consiste nell'aver reso il dramma nella maniera più realista possibile. scegliendo la via della commedia agrodolce per costruire una storia sulle fragilità, paure e solitudini degli uomini occidentali, incapaci di gestire i rapporti con l'altro sesso, con le donne, siano esse amanti o madri.
Sono i due uomini che ruotano intorno alla figura di Molly (Marisa Tomei) a garantire il flusso della vicenda: da un latoJohn (John C. Reilly), l'innamorato, e dall'altro Cyrus (Jonah Hill), il figlio ventiduenne (per dirla alla Cyrus, ancora ventunenne).

John, quarantenne, separato da oltre sette anni, è incapace di superare l'abbandono della prima moglie, Jamie (Catherine Keener), in procinto di convolare nuovamente a nozze. Ad una festa a cui partecipa (spinto dall'ex consorte) per superare la sua fase di depressione, complici un paio di bicchieri di alcol di troppo e una situazione imbarazzante, conosce Molly e tra i due è subito sesso.
Dopo un paio di giorni, John e Molly cominciano a frequentarsi ma la donna sembra avere qualche scheletro nell'armadio, considerando che lascia la casa dell'uomo sempre in piena notte. Sospettoso di quest'atteggiamento, John decide una notte di seguirla e al mattino successivo scopre il segreto che Molly mantiene in serbo: Cyrus, il figlio.
Cyrus ha da sempre vissuto solo con la madre dopo l'abbandono del padre, avvenuto in tenera età. Ha smesso di studiare a sedici anni e passa le sue giornate componendo musica elettronica e scattando fotografie in compagnia della madre. Non ha una fidanzata e non ha amici: la sue migliore amica è la madre.
Dopo una prima fase di tregua caratterizzata da moniti di Cyrus scambiati per battute (grevi ma pur sempre significative della psiche del ragazzo, prima tra tutte "Non scoparti mia madre!"), tra Cyrus e John sarà guerra aperta, complice la sparizione di un paio di scarpe da ginnastica di John, per cercare di avere il monopolio esclusivo sul cuore di Molly.

John e Cyrus non sono differenti tra loro. Per certi versi è come se John fosse Cyrus proiettato nel futuro: John è solo, l'unica sua amica è una donna, la sua ex moglie , con la quale ha un rapporto abbastanza morboso. Ogni volta che ha un problema corre in cerca del suo aiuto: è come se Jamie fosse per lui una seconda madre. Rappresentativa di questo rapporto "malato" è la scena in cui John disturba i preparativi delle seconde nozze della donna raccontandogli i suoi dubbi su Cyrus. Ed è sempre in quest'ottica che si apre il film: l'ex moglie mamma che scopre l'ex marito figlio intento a masturbarsi nella sua cameretta. John, inoltre, non ha un lavoro, lui stesso si definisce un free lance, non ha particolari interessi (nonostante lui dichiari di amare il cinema e di possedere molti dvd in casa, non lo si vede mai intento a coltivare la sua passione) e vede in Molly la sua possibilità di riscatto, attaccandosi ben presto alla donna, in maniera ossessiva (dopo un paio di notti di sesso, insegue la donna per carpire il segreto che nasconde e per farlo non esita a trascorrere tutta la notte addormentato in macchina). Lui è particolarmente acido, sarcastico e realista, eterno adolescente che maturerà solo nel momento in cui sarà capace di mettere in secondo piano le proprie esigenze.

Cyrus considera la madre come il proprio e unico universo di riferimento. Il loro rapporto è simbiotico e la causa non è da ricercare solo nel comportamento del ragazzo ma anche nel modo in cui la madre lo ha cresciuto e abituato, regalandogli un mondo ovattato e filtrato dalla sua presenza protettiva. Viene subito il dubbio che non sia Cyrus a non voler crescere ma che sia la madre a volerlo mantenere bambino. Simboliche di ciò sono due scene: la prima, ambientata a tavola, in cui la donna toglie i peperoni dal piatto del figlio (lui non li mangia, li detesta), e la seconda, situata nella camera del giovane, in cui il ragazzo viene letteralmente cullato dalla madre dopo un attacco (di panico o di gelosia?) notturno come se fosse un bambino di tre anni. Tra figlio e madre non esiste nessun divieto: le porte delle camere da letto rimangono costantemente aperte durante tutta la notte e Cyrus stesso non esita a infilarsi in bagno mentre Molly è sotto la doccia. Esasperando le psicologie, è come se Cyrus fosse quel Norman Bates adolescente che spesso si è immaginato.


Lo scontro tra John e Cyrus è giocato soprattutto sul piano psicologico, con una serie di ricatti morali messi in atto da entrambe le parti per l'esclusiva delle attenzioni della donna. Amante e figlio competono sullo stesso piano affettivo, in una sorta di complesso edipico mai risolto. Alla fine solo uno dei due vincerà la partita ma non per i punti assegnati in partita, sul campo: la vittoria è sancita dalla presa di consapevolezza, dal vincere il timore che un amore non annullerà l'altro, per il bene stesso di Molly, crollata di fronte ai dissapori tra i due.

Il particolare triangolo amoroso si basa sulla figura di Molly: è lei il perno di tutta la vicenda, è lei che dimostra quali siano i danni dell'essere stata una "mamma per amica". 

Confrontati con la donna, i due personaggi maschili escono totalmente sconfitti. Molly è una donna sola, capace di gestire casa, lavoro (anche se non ci viene mai mostrato il lavoro che svolge, proprio per non categorizzare socioeconomicamente la storia) e di crescere un figlio, seppure con i mille problemi derivanti dalla sua educazione. Inoltre, nel rapporto di coppia con John, è lei a gestire le fila, sin dal primo approccio: si assiste un ribaltamento dei ruoli uomo/donna abbastanza evidente. E' Molly che conquista John con una battuta sessista ("Che bel pisello!", pronunciata nel vedere l'uomo intento a espletare un bisogno primario dopo aver ecceduto con l'alcol), è Molly che va via durante la notte lasciando dei biglietti sul cuscino, è invece John a preparare le cene e a pulire casa per i primi appuntamenti, è sempre John a trasformarsi in novello Alex Forrest per carpire i segreti della donna.


Sempre in bilico con la commedia nera, i personaggi appaiono ben delineati, sia per via della forte sceneggiatura sia per la prova degli attori, chiamati spesso a improvvisare durante le scene. John C. Reilly riesce a comunicare anche con una semplice contrazione dei muscoli facciali tutto il suo disappunto o la sua amara rabbia. Jonah Hill, da cui non ci si aspetta molto prima della visione del film, si dimostra invece padrone della scena sia per la sua stazza fisica sia per il suo sguardo da "sociopatico mammone e bugiardo": in certe inquadrature è davvero inquietante, ad un passo dal turbare anche lo spettatore, mentre è irresistibile nella scena in cui si mostra intento a comporre musica. Nonostante le poche scene, la Keener riesce a portare la sua personalissima impronta al personaggio più normale di tutta la storia. Marisa Tomei è in pieno stato di grazia, dannatamente credibile e sexy anche nel ruolo di mamma "attempata", con il suo sguardo da gatta sorniona, come se il suo personaggio fosse la naturale evoluzione della Mona Lisa di "Mio cugino Vincenzo".

Un unico appunto va invece ad alcune scelte di regia: l'uso veloce, nervoso e compulsivo dello zoom, giustificato dall'effetto realistico (è come se lo spettatore fosse sulla scena, spostando il suo sguardo alla ricerca indiscreta di piccoli particolari), fa molto "documentario"; il solo punto di vista della storia, quello di John, fa subito parteggiare per una delle parti in causa, tralasciando spesso le ragioni che spingono gli altri ad agire, senza indagare a fondo sulle loro reali motivazioni psicologiche. 
Interessante invece è il percorso costruito sull'evoluzione dei personaggi e sulle maturità raggiunte nel finale, quando il mondo ovattato di Cyrus e l'ossessione di John per Jamie lasceranno il posto a nuove consapevolezze sul concetto di famiglia, in un momento storico in cui non si sa più cosa sia la famiglia.

Un insolito punto di vista su un adolescente americano (e si, ormai l'adolescenza è quella fascia di età che si sa quando inizia ma non quando finisce), lontano dai cliché della commedia "coming of age". Finalmente siamo in presenza di un giovane americano che non vuol andar via di casa per perdersi in demenziali avventure o per finire su strade problematiche di perdizione. Dopotutto, restare a casa protetti da mamma ci rende molto più sicuri... e noi italiani, mammoni per eccellenza, sappiamo quanto Cyrus voglia bene alla madre: "mamma... sei tu la vita e per la vita non ti lascio mai più"...
Ma è lecito porsi un altro interrogativo: siamo noi che non vogliamo andar via di casa o sono le mamme che non ci lasciano andare?  

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