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I guardiani del destino

Regia di George Nolfi vedi scheda film

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La recensione su I guardiani del destino

di supadany
8 stelle

Affascinante ed un po’ inquietante, ma senza esagerare troppo, l’opera prima di George Nolfi è un mix tra fantascienza, la cornice dettata dai guardiani che controllano che i piani prestabiliti dall’alto non subiscano deviazioni, azione, un po’ di thrilling e l’importanza del cuore e dei sentimenti che possono andare oltre a tutti gli interessi del caso.

Così David Norris (Matt Damon) mette a rischio la sua brillante carriera politica, gli viene predetto che sarebbe divenuto il Presidente degli Stati Uniti d’America, per non perdere la bella Elise Sellas (Emily Blunt).

Incontrata per caso, anzi no in realtà quell’incontro era voluto per dargli la giusta ispirazione, persa e poi ritrovata per un evento fortuito (e tenacia), inizia un percorso fatto di dubbi, cambi di rotta improvvisi, ma quando tutto sembra andare secondo i piani voluti dall’alto, ecco che il nostro torna sui suoi passi ed il legame con la ragazza ritorna più forte di prima e tutti i dubbi sembrano ormai definitivamente tramontati.

Ma come la prenderanno i guardiani?

Buon film che persegue la sua strada con una certa agilità, sfruttando il mistero della presenza che sembra poter controllare tutto (impressionante il discorso del personaggio interpretato da Terence Stamp quando rilegge la storia dell’umanità) e l’alchimia tra due attori/personaggi che hanno come una forza di gravità che tende ad avvicinarli nonostante tutto.

La partenza è calibrata, i dubbi fanno sovente capolino (non solo tra i personaggi), ma vengono anche spesso risolti con efficacia (sono tanti i perché che aleggiano, ma tanti trovano una spiegazione, magari abusando un po’ troppo in classiche spiegazioni).

Buona anche la progressione della seconda fase che però si accartoccia in un finale troppo morbido; va bene che si sa che un film del genere non possa finire in maniera traumatica, al pubblico questo non va molto a genio, ma la risoluzione risulta comunque fiacca ed approssimativa.

Un peccato non veniale, ma il resto l’ho trovato decisamente all’altezza, tra i tanti aspetti ho apprezzato particolarmente un gusto notevole nelle scelte geometriche degli interni, segno di una buona cura ed attenzione (anche la fotografia è superiore agli standard medi di un prodotto aad alto costo).

In definitiva ritengo “The adjustment bureau” un film brillante, un felice ibrido tra fantascienza e romanticismo che ha certo dei limiti (come il finale, ma anche qualche salto un po’ brusco nel tempo), ma che è anche in grado di sfruttare bene le proprie capacità senza crogiolarsi sugli allori (l’opera di Dick non è stata trasposta seguendo piè pari quanto in essa viene descritto).

Inconsueto.

Su George Nolfi

Un buon esordio, dimostra di possedere una visione estetica e d'insieme nitida (per quanto la storia lo permetta) e di saper gestire bene il materiale umano e tecnico, finale a parte dove non riesce ad ovviare ad uno script troppo precipitoso.

Su Matt Damon

Il volto è quello giusto, quello della persona "normale" che nonostante i proclami è più interessato agli affetti che a sfondare nella società, per il resto si lascia guidare senza remore e fa una più che discreta figura.
Arrovellato.

Su Emily Blunt

Frizzante ed irrequieta, oltre che ovviamente molto carina.
Promossa.

Su Terence Stamp

Il ruolo è di quelli che ben si addicono ad un attore della sua esperienza.
Così può gigioneggiare e figurare in maniera inquietante.

Su John Slattery

Figura nei panni di un guardiano che nella prima parte sta alle calcagna di David.
Più che sufficiente, calza bene nei panni del suo personaggio.

Su Anthony Mackie

Ordinato e disinvolto in una parte tutto sommato discreta (è il guardiano che decide di aiutare David visto che nella sua vita si è già intromesso in passato).

Su Michael Kelly

Disciplinato e preciso, di certo non troppo sollecitato.
Pertinente.

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