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I guardiani del destino

Regia di George Nolfi vedi scheda film

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La recensione su I guardiani del destino

di mc 5
10 stelle

Sarà che avevo bisogno in questo momento contingente di un film come questo? Io so solo che "I guardiani del destino" mi è piaciuto da morire. Sarà forse anche la concomitanza con l'uscita di tre pellicole tra le peggiori di sempre (Templari con parrucchino, Preti techno fracassoni, Mariti ingrifati). Ma lasciamoci alle spalle questi film per picchiatelli e torniamo a questo gioiello che coniuga la science-fiction targata Philip K. Dick (dunque delle migliori!) con una delicata love story. Un film dai toni tenui e sospesi che producono un fascino poetico di rara efficacia. E quello che coinvolge, in questa vicenda in cui l'elemento soprannaturale svolge un ruolo primario, è proprio lo stile con cui viene raccontata. Non so nulla di questo George Nolfi (peraltro al suo esordio su lungometraggio) ma mi sembra che abbia dimostrato qui mano felice, privilegiando la discrezione e un fascino di stampo piuttosto classico. Ecco, questo stile e questa estetica evidentemente classici, sortiscono una suggestione dal sapore piacevolmente vintage. Chi vedrà il film capirà cosa intendo, quando appariranno in scena quegli uomini tutti vestiti in un grigio molto classico e -.soprattutto- con l'impagabile borsalino calato sul capo (e si sa che quando si persegue l'effetto-vintage, il borsalino è il non plus ultra!). Onore innanzitutto ad un genio conclamato della letteratura  fantascientifica come Philip K. Dick, che ha scritto una storia piena di mistero, di fascino e di sentimento, contaminando l'amore che scocca fatalmente tra due persone che si stavano inconsapevolmente cercando con la scoperta inquietante di un disegno superiore che pare governare dall'alto ciò che accade sulla terra. Ma in questa "rete" superiore di controllo si apriranno delle falle, a dimostrare che l'amore granitico tra due esseri umani può squarciare il rigore arcigno e cupo di chi "ha già deciso tutto", permettendo ai due amanti una insperata via di fuga. Da sottolineare che la riuscita del prodotto è da attribuire per grande parte all'impeccabile recitazione di Matt Damon ed Emily Blunt, ai quali questo film ha offerto un banco di prova professionale di eccellente livello. Sarà che io (a dispetto delle mie frequentazioni horror...) sono propenso alle belle storie romantiche, ma penso proprio che bisogna essere dei super cinici per non farsi catturare dalla dolcezza di una storia d'amore come questa. Ciò che intriga è la contaminazione tra l'aspetto romantico e il fascino misterioso, da minaccia incombente, che avvolge il destino dei due protagonisti. Tenderei poi a dissentire da un'opinione che quasi tutte le recensioni hanno condiviso, con riferimento alla opinabilità di un lieto fine che in molti hanno giudicato ridicolmente buonista. Io ho anzi apprezzato quella svolta finale positiva, così come ho trovato opportuna e suggestiva anche quella immagine conclusiva dei due protagonisti che camminano nascosti tra la folla incrociando lo sguardo enigmatico di un volto che loro già conoscono. I dialoghi fra i "two lovers" assumono spesso il carattere di brillanti schermaglie che ispirano simpatia nello spettatore. Di altra materia è la fascinazione derivante dai caratteri che definiscono "la pattuglia in borsalino". Quegli uomini in grigio sono descritti con pochi tocchi ma efficacissimi, se ne avverte l'autorevolezza e la potenza ma il rivelare le loro défaillances ci induce a ridimensionarne l'austera freddezza e a non prendere troppo sul serio il loro lato dark. Poi si intravede il sottobosco politico del candidato Matt Damon, rappresentato dallo staff dei suoi assistenti e collaboratori: anche se questo aspetto rimane un pò sullo sfondo, risulta comunque assai interessante, per esempio evidenziando l'impatto della popolarità del candidato presso il suo pubblico di riferimento. Si assiste a diverse scene che si sviluppano con frenetici inseguimenti a piedi. E qui voglio evocare quella che forse è la sequenza più suggestiva, quella in cui vediamo Damon che corre a perdifiato sotto una pioggia battente, davvero una scena memorabile. Alla pari con un altro momento impegnativo, quando un monumentale Terence Stamp fa il suo ingresso in scena, dando vita ad un lungo monologo in cui ci spiega perchè "gli uomini in borsalino" hanno dovuto scendere sulla terra, come Angeli calati fra noi per ristabilire l'ordine nel caos imperante. Ed è proprio in questo discorso di Stamp che cogliamo quello che è il tema centrale dell'opera: il Libero Arbitrio. Concetto questo indubbiamente impegnativo, che attiene a tematiche etiche e filosofiche, ma che in questo film vengono affrontate nell'ottica di una scence-fiction di intrattenimento. Devo anche dire che il film mi ha riportato alla mente, per motivi diversi, due altre pellicole che peraltro ho a suo tempo molto apprezzato. Una è "Il Cigno nero": anche se attinenze dirette non ce ne sono, la professione della protagonista (danzatrice classica) non poteva non evocarmi il film recentemente insignito del premio Oscar. Ma soprattutto ho riscontrato forti collegamenti (più che altro emotivi) tra questo film e il thriller soprannaturale "The Box". Posto che le vicende narrate sono del tutto differenti, quello che accomuna le due pellicole è il tipo di tensione che si è voluta creare, questo impegno nel far irrompere il fantastico nella vita quotidiana, generando nei protagonisti sconcerto e destabilizzazione. E per chi ha visto entrambi i film, mi spingo addirittura ad ipotizzare una possibile intercambiabilità dei rispettivi ruoli tra Terence Stamp e Frank Langella. La vicenda in due parole.Un giovane politico americano in carriera si innamora (il più classico dei colpi di fulmine) di una ragazza conosciuta in circostanze inconsuete. I due prendono a frequentarsi ma ben presto un ostacolo incredibile si frappone tra loro:  una pattuglia di Angeli, in completo grigio e borsalino, scesi sulla terra perchè si compia una Disegno Superiore. Qual'è il problema? Il suddetto "Disegno" esige che i due innamorati sospendano subito ogni tipo di rapporto. Le prove offerte da Damon e Blunt sono eccellenti, lei vivacissima e irrequieta, lui straordinario in un ruolo tutt'altro che facile. Ma la vera guest-superstar è lui, il mitico Terence Stamp, superba "faccia da cinema". I suoi occhi di ghiaccio hanno attraversato più d'una generazione del Cinema contemporaneo. In definitiva: se vi piacciono le storie d'amore, se vi piace la sci-fi un pò sofisticata, se prediligete un cinema che non ecceda nei toni pur senza essere piatto o noioso...questo è il film che fa per voi.
Voto: 9

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