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Piranha

Regia di Alexandre Aja vedi scheda film

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La recensione su Piranha

di munnyedwards
2 stelle

 

A fine visione sono principalmente due le domande che mi assalgono:

Perché girare un remake (sequel, omaggio, quello che volete) di Piranha?

E soprattutto, perché vederlo?

Alla prima domanda in fondo è facile rispondere, i motivi che spingono i produttori a lanciarsi in queste discutibili operazioni di ripescaggio sono chiari come il sole, se poi dietro ci sono quei volponi dei fratelli Weinstein il tutto non può che avere un significato molto semplice, soldi facili!

O almeno si spera, non so come è andato il film al box-office, so che per essere un b-movie è costato parecchi milioni di dollari ma i tempi sono cambiati e ad Alexandre Aja, specialista in remake e regista mediocre, non potevano certo dare i due spicci con cui il grande Joe Dante tirò fuori quel piccolo gioiello di Piranha nel lontano ’78.

Perché vederlo quindi?

Non saprei, ieri sera mi girava cosi e visto che lo davano su Cielo mi sono detto, passiamo un paio di ore con il cervello spento, che ogni tanto ci vuole per ricaricare le batterie, per cui l’ho visto ben sapendo che mi sarei trovato di fronte un film mediocre, anzi, quasi sicuramente un film brutto.

Ammetto che Aja è andato ben oltre le mie aspettative, talmente oltre che a fine visione mi sono domandato se questo Piranha 3D non sia una delle pellicole più inutili, che è molto peggio di brutte, viste dal sottoscritto negli ultimi vent’anni, di solito sono abbastanza selettivo nella scelta dei film da vedere ma la robaccia la vedo anch’io (consapevolmente o meno), ma in tutta onestà una roba del genere non la ricordavo da parecchi anni.

 

Piranha 004

Piranha 013

 

Eppure quell’incipit con il mitico Richard Dreyfuss che omaggia il suo storico personaggio de Lo Squalo mi aveva quasi illuso, ma la cosa è durata poco, giusto il tempo di veder scomparire l’attore nel lago divorato dai famelici piranha di Aja, che incredibile a dirsi sembra quasi una tag-line da spot: Compra i piranha di Aja, sono i migliori della baja!

Chiedo scusa, la butto sul ridere e forse non è il caso, o forse si, visto che risulta veramente difficile scrivere seriamente di un film del genere, un film che dopo l’incipit (e il saluto di Dreyfuss al pubblico con la mano spolpata) si trasforma in una rumorosa miscellanea di immagini sconnesse, dove a stordirti ci pensano le musiche hip-hop sparate a palla ogni due secondi e l’infinita sfilata di culi e tette esibiti in bella mostra da procaci ragazzotte, frementi in attesa di essere mangiate vive; attenzione, non mi fraintendete, io sono del partito w i culi e le tette e starei ore a guardarli e non solo ma non è questo che cercavo in un film come Piranha, e invece niente, culi e tette come se piovesse grandine.

I protagonisti del film? Un regista di film porno (O’Connell), un ragazzetto con i suoi pruriti sessuali (Steven R. McQueen, nipote del mitico attore), la mamma sceriffo (Shue), il suo vice rozzo (Rhames), il dottore pazzo (Doc di Ritorno al futuro…cioè, volevo dire Christopher Lloyd) e poi ancora tette e culi come se ci fosse un invasione aliena di supermaggiorate.

Questo è il Piranha di Aja, la storia non c’è, i personaggi non ci sono, figure bidimensionali senza un minimo di spessore (altro che 3D), a parte il cameo di Gianna Micheals naturalmente, che con un prepotente “do di petto” annienta il limite delle due dimensione, il resto è un insieme di rumore e noia in attesa di una carneficina dove il regista si diverte a mostrare arti mozzati, sangue a catinelle, teste che volano, corpi divisi in due, insomma a spendere tutti i soldi donati molto generosamente dai fratelli Weinstein.

 

Piranha 047

Piranha 027

 

 

A ben pensarci il film di Aja più che un remake sembra una parodia, perché gli eccessi e la volgarità (non mi riferisco ai corpi femminili mostrati) è talmente evidente che non può che essere voluta, il problema è che il film non funziona nemmeno in chiave comica parodistica, perché non fa ridere, a dominare è il trash assoluto e sequenze che ci lasciano basiti, come quella della ragazza che prende a padellate i piranha che saltano dall’acqua (quattro salti in padella?), come gli agenti che sparano ai pesci con fucili a pompa incuranti dei bagnanti divorati, Ving Rhames che stacca un motore da una barca e lo usa come una sega elettrica per trinciare i pesci carnivori, la bella Elizabeth Shue che invece li stordisce con il taser (che classe!), chiudendo poi con un bel primo piano del pene del regista porno, prima mangiato da un piranha e poi sputato via, una scena che nella mente del regista chissà che tipo di reazione doveva suscitare. Forse ilarità?

Può essere, del resto se esiste una cosa dove il film di Aja riesce bene è nella rappresentazione di un tipo di intrattenimento pecoreccio e volgare, ben studiato per le masse di spettatori dei nostri tempi, che sono ben diverse da quelle del ’78.

Dante fece un miracolo, il suo film pur non esente da difetti aveva una storia, persino i personaggi per quanto stereotipati avevano un loro senso all’interno del racconto, per non parlare della regia, che pur puntando al semplice divertimento era ricca di inventiva e di trovate intelligenti.

Aja con un badget clamorosamente superiore gira un film osceno, che non omaggia il predecessore, che non diverte, che non spaventa, che non centra nessun obiettivo, ammesso che ci fossero obiettivi da centrare, a parte gli incassi intendo.

Dimenticavo, i piranha digitali fanno letteralmente pena, come il resto del film.

Voto: 2

 

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