Regia di Alexandre Aja vedi scheda film
Remake 3D del piccolo cult anni '70 "Piranha" di Joe Dante. Buona la realizzazione tecnica, improponibile tutto il resto.
Fino a metà anni '70 il piraña era semplicemente un pesce carnivoro d'acqua dolce che viveva nei fiumi del Sudamerica. Nel 1978 esce “Piranha” di Joe Dante, buon film a basso budget che riesce a miscelare felicemente la cosiddetta paura del lupo tornata recentemente in auge grazie a “Lo squalo” di Spielberg, con il tema caro ai B-Movies anni '50: gli esperimenti del governo di cui i propri autori hanno perso il controllo. Negli anni immediatamente seguenti furono in parecchi a voler imitare Dante; ci provò il nostro Margheriti in “Killer Fish”, quindi un James Cameron agli esordi con il modesto “Piraña paura”. Poi niente fino al 1995 quando uscì un remake, praticamente identico all'originale, partorito dalle sempre temibili scuderie di Roger Corman. Quando il filone sembrava ormai definitivamente esaurito ecco che nel 2010 esce questo “Piranha 3D” di Alexandre Aja, realizzato con 24 milioni di dollari, un budget infinitamente cioè superiore a quello dei quattro film citati messi insieme. E tecnicamente è venuto fuori un prodotto ineccepibile, non c'è che dire. Il tono scanzonato che viene dato al tutto sin dall'inizio, inoltre, non lascia spazio a dubbi sul fatto che Aja non stava certo realizzando un remake del film di Dante, ma al limite uno spin-off. Solo che qui iniziano e allo stesso tempo si esauriscono le buone notizie, perché il resto è un florilegio di tette e culi in bella mostra, insopportabile musica techno o hip-hop e nella seconda parte sangue a go-go nella peggior tradizione filo-tarantiniana. Peccato davvero perché qualche scena da pelle di cappone pure c'è (la ragazza i cui capelli sono attorcigliati attorno all'elica del motoscafo che sta per partire, ad esempio), a dimostrazione che Aja non è uno sprovveduto. Fra gli attori, oltre alla (per me) sempre affascinante Elisabeth Shue, da segnalare la presenza de “Il mio amico Ultraman”, al secolo Jerry O'Connell, che non vedevo da secoli.
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