Regia di Rodrigo Cortés vedi scheda film
VOTO : 6/7.
“Buried” è un prodotto filmico originale, o forse sarebbe meglio definirlo oltranzista, che coltiva a denti stretti una sua (sana) idea di cinema e la porta a compimento in maniera coerente senza grosse sbavature.
Detto questo si può quasi parlare di impresa, perché rimanere per circa novanta minuti in un unico minuscolo ambiente (la bara) mette a dura prova (non solo lo spettatore, ma soprattutto lo sceneggiatore), ma poi il risultato, per quanto lontano dall’idea di perfezione, secondo me merita un plauso superiore proprio per la sua integrità.
Paul Conroy (Ryan Reynolds), dopo un assalto al suo convoglio avvenuto in Iraq, si ritrova rinchiuso all’interno di una bara, sepolto sotto terra, con un cellulare, una matita ed un accendino a disposizione.
Scoprirà presto che questi oggetti gli sono stati lasciati per un motivo concreto, così da un lato cercherà dei soccorsi, ma dall’altro sarà chiamato dai terroristi a muoversi per ottenere un riscatto dal suo rilascio entro poco tempo.
Ero partito un po’ prevenuto con questo film, ovvero non pensavo proprio che avrebbe potuto tenermi concentrato e sulle spine per novanta minuti filati col protagonista bloccato all’interno di una bara sepolta, ed invece a sorpresa mi ha preso minuto dopo minuto sempre più e non mi ha mai annoiato (anche se qualche colpo basso c’è, come la telefonata con la moglie).
Pochi sono i dettagli (o oggetti) presenti, le dinamiche sono quelle e ripetute (ma con più foga col passare del tempo), ma il tempo contato (con la sabbia che scende quasi come se fossimo all’interno di una clessidra) mette addosso una crescente sensazione d’angoscia.
E nella riuscita complessiva del film risalta soprattutto un finale coerente, per niente americano (a tutti gli effetti il film sarebbe spagnolo, ma Ryan Reynolds che ne è un’icona rappresenta un altro tipo di cinema) che ti fa scorrere per intero i titoli di coda senza che tu riesca a pensare ad altro al di fuori di quanto appena accaduto.
Finale quindi coraggioso, adeguato al contesto e valorizzante di un’opera di complicata esecuzione (ma incredibilmente a volte si ha la sensazione di dinamismo nonostante tutto) e di discreta fattura complessiva, nella quale il coraggio (non solo del regista, ma anche di un provatissimo Ryan Reynolds) paga, forse oltre i meriti oggettivi del film (diciamo che il fattore emotivo qui conta parecchio).
Visione quindi non facilissima, ma se la trama vi ispira allora avete buone probabilità di non rimanere delusi e mal che vada sarà sempre un’esperienza diversa dal solito.
VOTO : 6/7.
Dirige un film decisamente non facile per logistica e possibilità di sviluppo.
Seppur non funzioni tutto al meglio ho trovato meritevoli i suoi sforzi, le idee giuste le ha e riesce a far scorrere il tempo.
Discreta/buona prova.
VOTO : 6/7.
Abbastanza sorprendente, lontano dai suoi classici ruoli (da commedia molto semplice o da action man) si cala in un contesto molto difficile e che gli ha richiesto molti sforzi fisici.
Ma questi a qualcosa son serviti, bel ruolo e una delle sue prove migliori in carriera.
Niente male.
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